(Money.it) La recessione sembra ormai inevitabile. A seguito della crisi del comparto bancario, è questo il destino dell’economia mondiale nel 2023 secondo la maggior parte degli analisti.
Oggi. Perché solo qualche settimana fa l’opinione più in voga tra esperti e media vedeva il futuro del’economia al sicuro nonostante l’aumento dei tassi di interesse, una view che a sua volta aveva soppiantato il consensus sul finire dello scorso anno che prevedeva l’avvento di una forma lieve di recessione.
E allora c’è un problema. Fare delle previsioni oggi sull’economia mondiale è diventato estremamente difficile. Basta cambiare prospettiva, spostarsi di un passo, e tutto sembra diverso. Proprio come accade quando osserviamo la Mona Lisa, un paragone a dir poco azzeccato che leggiamo su The Economist.
Per quante volte si possa guadare il capolavoro di Leonardo Da Vinci, infatti, non riusciamo a definire se la donna stia sorridendo o meno. Per quanti indicatori e studi su dati storici possiamo fare, non riusciamo a definire il destino dell’economia nell’era post-pandemica.
Ma possiamo davvero fermarci qui, rinunciare ad indagare le dinamiche economiche in balia di una tempesta di dati e statistiche inconsistenti e discordanti?
Alla ricerca del destino dell’economia mondiale
Raramente in passato elaborare delle previsioni economiche è stato così difficile. Regnano incertezza e confusione. Non è una speculazione. Sono i diretti protagonisti del grande spettacolo economico ad ammetterlo.
In occasione dell’ultima riunione della BCE, il suo presidente Christine Lagarde ha specificato che «non è possibile determinare in questo momento quale sarà il percorso da seguire». Il mercato non è riuscito a trovare un’intesa su cosa aspettarsi dalla riunione della Federal Reserve, banca centrale statunitense, distante poche settimane dai noti crack bancari USA. Il Fondo Monetario Internazionale, all’interno del suo ultimo outlook pubblicato, la parola «uncertainty» (incertezza, i
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