Per ogni donna – Cure senza barriere: un progetto che protegge il diritto alla salute

Di Barbara Molisano 3 minuti di lettura
Wall Street

L’articolo 32 della Costituzione stabilisce che “La Repubblica tutela la salute come diritto fondamentale della persona e nell’interesse della società, e garantisce l’assistenza gratuita agli indigenti”. Ma tutti hanno lo stesso accesso all’assistenza sanitaria? Il progetto Barrier-Free Care for All Women nasce dall’esigenza di colmare una lacuna del sistema sanitario nazionale. Il professor Felice Petraglia, Presidente della Fondazione Foemina, ha spiegato a The Wom da dove è nata l’idea del progetto: “Dopo aver lavorato per molti anni in questo settore, mi sono reso conto che purtroppo la disabilità è ignorata nella nostra società. In Italia le cure sono scarse e negli ospedali questa non è una priorità”. A complicare le cose basta considerare il binomio sessualità-disabilità. Infatti, il problema della salute sessuale e riproduttiva delle donne con disabilità rivela la inadeguatezza del personale e dell’ambiente: “Queste donne, che hanno diversi problemi, spesso non sono in grado di utilizzare le strutture architettoniche, e talvolta non ci sono abbastanza organizzazioni che possano aiutarle”.

Non è il primo passo per l’AOU Careggi: nel 2015 il reparto materno infantile dell’ospedale ha istituito l’Ambulatorio Rosa Point per fornire assistenza ostetrica e ginecologica alle donne con disabilità.

Alla domanda su quale sia lo scopo del progetto, la Dott.ssa Angelamaria Bekorpi, Project Manager del Programma Regionale PASS (Percorsi di Assistenza alle Persone con Bisogni Speciali) dell’AOU Careggi Unità Materna e Infantile, risponde: “raccogliere fondi per migliorare la che è attualmente possibile e gli strumenti che possiamo mettere a disposizione dei pazienti con disturbi del movimento”.

Careggi ha già l’attrezzatura per esaminare le donne. “Ma tutto questo non è ancora abbastanza”, dice Bekorpi. Da qui la necessità e l’offerta di acquistare nuovi letti e sollevatori elettrici. L’espansione dei servizi sanitari per le donne con disabilità è un obiettivo nazionale. Della stessa opinione il dottor Becorpi e il professor Petraglia: bisogna investire sia nella formazione del personale medico specializzato che nella sensibilizzazione generale. Per colmare il data gap, nell’aprile 2022 è nato Disabled Data, un progetto di Fightthestroke.org in collaborazione con Sheldon.studio e OnData. Si è così creata una rete di persone con disabilità, badanti ed esperti che, oltre a voler rendere accessibili i dati, si offrono come punto di partenza per la ricerca di policy e il suggerimento di iniziative.

Secondo Bekorpi “Bisogna partire dall’esperienza di chi ha già realizzato o sta realizzando progetti come il progetto Careggi AOU. A poco a poco, questa cultura sta migliorando e si sta diffondendo ampiamente. Il passo successivo è quello di esaminare i risultati da cui si possono trarre dati per implementare i servizi”.

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