Tutti i richiedenti del superbonus per ka Casa unifamiliare avranno una battuta d’arresto: la proposta di proroga non è andata a buon fine.
Tempo fa siamo rimasti con alcuni partiti di maggioranza del governo Draghi che volevano chiedere una nuova proroga e ampliamento per il Superbonus 110 per cento delle case unifamiliari attualmente previsto per il 30 giugno 2022 a meno che non venga presentato il SAL 30%.
L’idea era quella di dare a tutti più tempo per le pratiche burocratiche e amministrative, ulteriormente esacerbate dagli ultimi decreti e dall’introduzione di nuove normative antifrode.
Purtroppo lo stesso governo ha deciso di non intervenire nella tempistica originaria per impedire a troppi malintenzionati di sfruttare l’occasione di prestiti e rimborsi, come accaduto di recente.
In effetti, mettere fine a quasi 5.000 milioni di euro di frodi dovute a lavori irregolari e fatture false non è il massimo, avvertendo che questi lavori saranno necessari in futuro per evitare problemi con l’Unione Europea.
Arrivano anche nuove scadenze per i condomini e per gli edifici IACP, in particolare per la categoria dei condomini minimi.
Quali qui di i benefici non soggetti a proroga?
Il Superbonus consentiva una serie di lavori in linea con quanto disposto sia dal Decreto Rilancio del 2020 e dalle linee guida del MISE
I principali lavori sono infatti:
- isolamento termico delle pareti esterne,
- sostituzione della centrale termica;
- installazione dell’impianto fotovoltaico;
- installazione del relativo sistema di accumulo;
- interventi antisismici.
Naturalmente il bonus poneva dei limiti alla spersa per questi lavori che, a causa delle modifiche apportate dall’iperinflazione sulle materie prime, erano stati così rimodulati:
- 60.000 euro per l’isolamento delle pareti,
- 36.000 euro per la sostituzione,
- 57.600 euro per l’installazione dell’impianto,
- 57.600 euro per l’installazione del sistema di accumulo,
- 115.800 euro per gli interventi antisismici.
Aggiungendo un 20% in più rispetto a quanto disposto a fine gennaio 2022, quando ancora i prezzi erano rimasti uguali a quelli degli anni precedenti. Se fossero rimasti uguali anche adesso molte aziende edilizie si sarebbero trovate a bloccare i propri cantieri per impossibilità di provvedere a spese non più garantite dal bonus 110.