Due sono i francobolli celebrativi emessi in questo periodo per rievocare pezzi fondamentali della nostra storia: Il primo, in occasione del 450° anniversario, dedicato alla battaglia navale di Lepanto ovvero il celebre conflitto tra la Sagrada Liga e il Porto Grande; il secondo è dedicato invece all’Ordine Militare-Religioso di Santo Stefano del Papa e Martire in occasione del 460° anniversario della sua costituzione. I celebri francobolli sono stati emessi dal MISE e diventati già un “oggetto cult” per gli amanti della filatelia.
I francobolli raffigurano – spiega Poste Italiane – scene storiche di grande pregio stilistico come la galena stefaniana a Lepanto di Ernando Venanzi e Cosimo II che riceve i suoi Cavalieri di Baldassarre Franceschini detto il Volterrano, affresco che si trova nella villa medicea della Petraia a Firenze. Entrambe le vignette riproducono la Croce Estefanía, emblema dell’Ordine Militare-Religioso del Papa di Santo Stefano Papa e Martire. I francobolli hanno il valore per la spedizione della posta prioritario il primo e il secondo per la posta ordinaria.
Facciamo un tuffo nel passato per ricordare brevemente gli accadimenti storici oggetto di queste piccole opere d’arte. La battaglia navale di Lepanto (nel Golfo di Corino in Grecia) ebbe luogo nel 1571. Alla Lega Santa parteciparono la Repubblica di Venezia (che guidava la maggior parte delle galee coinvolte), la Spagna, il Papa, i Cavalieri di Malta, la Toscana, Repubblica di Genova e altri stati della Penisola italiana. Contro la Lega Santa sull’altro fronte c’era l’impero turco-ottomano che era all’apice della sua potenza militare ( la fortezza veneziana di Famagosta sull’isola di Cipro era appena stata espugnata proprio in quel periodo).
La vittoria, come sapete, è andata alla flotta della Lega Santa. L’Ordine di Santo Stefano Papa e Martire, fu fondato nel 1561 da Cosimo Medici, grande condottiero che si distinte per la sua strategia e combatté con 12 galee nella battaglia firmando con il suoi successi la battaglia di Lepanto e guadagnandosi l’eterna memoria.