Pensioni, perché conviene trasferirsi in Grecia così da avere più soldi

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura
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(Money.it) Il problema della pressione fiscale in Italia non riguarda soltanto i lavoratori ma anche i pensionati. Infatti anche chi è titolare di una prestazione pensionistica paga l’Irpef, ovvero l’imposta sul reddito. Aliquote che se paragonate ad altre nazioni europee fanno rabbrividire. Con la riforma fiscale dello scorso anno le aliquote Irpef sono state ridotte da 5 a 4 e la percentuale sale in modo direttamente proporzionale all’aumento dell’importo della pensione. Per pensioni fino a 15.000 euro annui l’aliquota è al 23%. Si sale al 25% per quelle fino a 28mila euro, al 35% per quelle fino a 50mila euro annui ed infine al 43% per le pensioni oltre 50mila euro annui.

In altre nazioni come Grecia, Portogallo, Malta, Cipro, Tunisia le aliquote per le pensioni sono molto più basse e sempre più persone stanno decidendo di spostare la propria residenza fiscale all’estero. In questo articolo ci soffermeremo sulla Grecia che è una delle nazioni più convenienti per un pensionato. Vediamo perché.

Trasferirsi in Grecia da pensionato: perché conviene

La Grecia è una delle nazioni europee più convenienti per un pensionato che non vuole dare una bella fetta del proprio reddito allo Stato. Secondo la recente Legge greca di Luglio 2020 dedicata ai pensionati esteri che si trasferiscono fiscalmente in Grecia, le pensioni private estere sono soggette a tassazione forfettaria del solo 7% per 15 anni. Basta che si tratti di una pensione estera a prescindere dalla nazione di provenienze. L’obiettivo è convincere quante più persone possibili a trasferirsi in Grecia in modo da rilanciare l’economia del pa


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