(Money.it) Con il messaggio n. 2705 del 2023, l’Inps corregge il tiro per quanto riguarda i requisiti da considerare ai fini della percezione delle pensioni d’invalidità civile, ossia quelle prestazioni erogate in favore delle persone con capacità lavorativa ridotta che nel contempo si trovano in uno stato di bisogno economico.
Un “cambio” dei requisiti che di fatto potrebbe comportare la perdita della pensione d’invalidità fino a oggi spettante. Questo perché c’è il rischio che molte persone – visto il nuovo criterio per il calcolo del reddito – superino la soglia di reddito prevista per beneficiare della prestazione.
Pensioni d’invalidità, a chi spettano?
Prima di guardare ai contenuti del nuovo messaggio Inps e a come questi cambiano i criteri per il calcolo del limite reddituale entro cui stare per godere delle prestazioni per invalidità civile, facciamo un passo indietro e ricordiamo a quanto ammonta oggi questa soglia.
Nel dettaglio, per effetto della rivalutazione di inizio anno, nel 2023 il limite di reddito da non superare per avere diritto alle pensioni d’invalidità civile è pari a:
- assegno d’invalidità civile per chi ha una capacità lavorativa ridotta in una percentuale compresa tra il 74% e il 99%: 5.391,88 euro;
- pensione d’inabilità civile, in caso di totale riduzione della capacità lavorativa: 17.920,00 euro.
In entrambi i casi l’importo della prestazione è pari a 313,91 euro al mese.
Come è stato accertato fino a oggi il requisito
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