Un’estensione dell'”Opzione Donna” potrebbe essere inserita nella Legge di Bilancio 2023, visto che la tanto attesa riforma delle pensioni è svanita, tra inflazione che esaurisce le risorse dello Stato, elezioni anticipate che sconvolgono l’agenda politica del governo e nuove priorità come i rincari dell’ energia.
Quali opportunità si prospettano per le donne che al 31 dicembre dello scorso anno avevano i requisiti per la pensione elettiva delle donne?
In previsione di una proroga, se non di stabilizzazione, molti lavoratori, già in possesso dei requisiti richiesti dalla normativa vigente, si chiedono se sia necessario esercitare l’opzione entro il 31 dicembre per non correre il rischio di perdere il treno dell’Opzione Donna o se è anche possibile posticipare il momento di accesso a questa modalità semplificata di prepensionamento al fine di aumentare il contributo.
Non ci sono scadenze per presentare la domanda di Opzione Donna, perché una volta maturato, il diritto si cristallizza
Come per altre opzioni come la Quota 100-102, la cristallizzazione dell’idoneità alla pensione vale anche per l’opzione Donna.
Ciò significa che le lavoratrici che al 31 dicembre 2021 hanno almeno 35 anni e 58 se sono dipendenti e 59 se sono autonome al 31 dicembre 2021 possono chiedere l’accesso alla partenza anticipata per il pensionamento con il “Donna opzione anche nei prossimi anni. anni. .
Non è quindi necessario avvalersi dell’opzione Donna fino al 31 dicembre 2022: sebbene tale misura non sia più prorogata -sebbene le anticipazioni ministeriali mirino a confermare la proroga fino al 2023-, continuerà ad essere possibile negli anni successivi. sfruttare questa opportunità di prepensionamento accettando un ricalcolo della quota di previdenza sociale, a condizione che la domanda sia stata soddisfatta entro il limite.
Ipotesi di estensione 2023
Nonostante il momento sia economicamente molto difficile, l’Opzione Donna continua ad essere una delle formule di flessibilità in uscita più convenienti per la Tesoreria pubblica, perché obbliga i lavoratori a ridurre i benefici ricalcolando i contributi (fino a oltre il 20%).
L’Opzione Donna può essere richiesta in qualsiasi momento una volta giunte ai requisiti: per l’Opzione Donna, 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e 18 mesi per le lavoratrici autonome. La posizione rende la mossa anche più sostenibile per il sistema di welfare.