Pensioni minime, c’è poco da festeggiare: ecco la verità sull’aumento

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura
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(Money.it) L’aumento delle pensioni minime – che arriverà finalmente nel mese di luglio – rischia di essere solamente uno “specchietto delle allodole”.

Tanto sbandierato dal governo Meloni, va detto che i destinatari dell’aumento di luglio, con tanto di arretrati per i mesi precedenti, rappresentano una minima parte dei pensionati italiani. Anche perché, e questa è la vera discriminante, l’aumento riguarderà solamente i trattamenti fiscalmente imponibili.

Molti dei pensionati “poveri”, saranno quindi esclusi da questo aumento che tra l’altro per coloro che hanno meno di 75 anni avrà un importo molto basso, quasi impercettibile.

A fare chiarezza sulle ragioni per cui l’entusiasmo per l’aumento delle pensioni minime va ridimensionato è il sindacato Fnp Veneto che nelle ultime ore ha svelato i numeri dei pensionati interessati dall’aumento tra quelli residenti in Regione, confermando quanto detto sopra ovvero che l’aumento riguarderà un numero esiguo di persone. Lo stesso ha fatto di recente Carmelo Barbagallo, segretario generale di Uil Pensioni, che pur confermando la bontà di ogni misura che punta a incrementare l’importo delle pensioni ha fatto presente che si tratta di cifre basse e di pochi pensionati interessati.

Aumento pensioni minime, una “beffa” secondo Fnp Veneto

L’aumento delle pensioni minime è stata una delle misure più sponsorizzate dal governo Meloni. Un incremento dell’1,5% per tutte quelle pensioni d’importo inferiore al minimo, pari a 563,74 euro nel 2023, che per coloro che hanno più di 75 anni sale al 6,4%.

Tuttavia, come specificato dall’Inps con la circolare n. 35 del 2023, dall’incremento sono esclusi i trattamenti non imponibili fiscalment


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