(Money.it) Sul fronte pensioni è davvero un’incognita quanto potrebbe succedere tra pochi mesi: il governo infatti non si è ancora ufficialmente sbilanciato riguardo a quelle che saranno le decisioni prese nell’ambito della riforma del sistema previdenziale, seppure diversi esponenti della maggioranza negli ultimi giorni hanno avuto modo di esprimere il loro parere.
Nel dettaglio, possiamo dividere le dichiarazioni espresse in merito alla riforma delle pensioni in due diverse categorie:
- da una parte coloro che continuano a sostenere che già nel 2023 ci sarà una riforma delle pensioni che contribuirà al superamento della legge Fornero. Ad esempio il sottosegretario all’Economia Federico Freni, come pure il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon: tutti convinti che Quota 41 per tutti – con la quale consentire l’accesso alla pensione con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica – sia la risposta alle criticità del sistema pensionistico italiano;
- dall’altra chi invece ha un atteggiamento maggiormente prudente. Tra questi il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che in una recente intervista ha ammesso che non ci sono le condizioni per approvare una riforma delle pensioni adatta alla situazione demografica del Paese. E va detto che anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, non si è mai sbilanciata a riguardo, fissando altre priorità per il suo programma di governo.
Una situazione che contribuisce a generare confusione tra i lavoratori, specialmente in quelli che hanno in programma di andare in pensione tra pochi anni: tant’è che sono sempre di più le richieste che ci arrivano da coloro che temono un ritorno integrale alla legge Fornero, oppure di chi è già convinto che per quanto riguarda la riforma delle pensioni non si farà nulla.
Se a ciò si aggiungono gli ultimi allarmi lanciati da Pasquale Tridico, presidente dell’Inps uscente, il quale in più occasione ha fatto presente che il bilancio dell’Istituto è a rischio in quanto il costo destinato alle pensioni aumenta sempre di più mentre le entrate restano le stesse (e anzi, sono destinate persino a ridursi) è logico che venga un po’ di preoccupazione a chi teme che le riforme del passato possano ripetersi.
A tal proposito, abbiamo
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