Pensioni in aumento: ad ottobre saranno più cospicue ma di quanto?

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura
pensioni

Vorrei sapere quanto aumenta l’importo della pensione in autunno? una domanda che molte persone si pongono ma la risposta è deludente.

In attesa della rivalutazione delle pensioni, prevista dal decreto Aiuti bis, arrivano ad ottobre novità sulle pensioni  e questa volta a favore degli ex lavoratori. L’aumento è del 2,2%  inizia infatti da questo autunno. Ma nulla di regalato o conquistato. In realtà si tratta di una rivalutazione correlata all’inflazione che di solito si verifica a gennaio. La posizione ne anticipa parte. Si tratta, quindi, di somme che i pensionati avrebbero comunque percepito a gennaio 2023, ma che sono sensibilmente anticipate ad ottobre 2022 per i pensionati che ne sono percettori (reddito pensionistico annuo fino a 35mila euro).

Aumento davvero irrisorio

I pensionati ricevono immediatamente un adeguamento della pensione in base all’indice di inflazione 2021 (la differenza tra l’indicatore calcolato con cui viene pagata la pensione dell’anno successivo e quello reale, in base al quale viene equalizzata). Questo è lo 0,2% del debito scaduto. E poi ricevono un anticipo su una rivalutazione del 2%, secondo l’inflazione 2022, in base alla quale le pensioni vengono pagate nel 2023.

Aumento del 2% che vale solo fino alla soglia dei 35 mila all’anno

Per quantificare l’aumento della pensione percepita occorre applicare questa aliquota  (2%) aggiuntiva all’assegno già percepito. Con una considerazione: l’anticipo di rivalutazione vale solo per i pensionati con reddito fino a 35.000 euro annui (cioè 2.692 euro lordi mensili). Quindi il calcolo dipende dall’importo di ciascun assegno di previdenza sociale maggiorato di questa piccola percentuale. A seconda della percentuale di rivalutazione a cui si ha diritto viene applicato un +2%.

Facciamo un Esempio per capire meglio:  una pensione di 1.500 euro al mese riceve  nel mese di ottobre 2022 ben 39 euro per il pagamento in via posticipata degli arretrati che rappresentano la suddetta differenza tra inflazione stimata e reale citata in precedenza e in più una rivalutazione di circa 30 euro al mese.

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