Pensioni, il governo non può o non vuole salvare Opzione donna?

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura
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(Money.it) Secondo l’ex ministro del lavoro Andrea Orlando è incredibile che non si trovino circa 50 milioni di euro per garantire Opzione Donna alle stesse condizioni dello scorso anno. Sul tema delle pensioni per le donne, in particolare su Opzione Donna, il governo Meloni ha posto nuovi requisiti che abbassano di molto la soglia delle persone che la possono richiedere.

Secondo Orlando il governo non vuole salvare Opzione Donna, perché le risorse in realtà ci sarebbero, considerando che “le risorse ingenti per salvare le società di calcio si sono trovate”, ha scritto su Twitter. È davvero così? Il governo Meloni ha sì prorogato Opzione Donna, ma ha anche ridotto notevolmente la platea, esplicitando il problema di non poterla mantenere così com’era. Sono stati quindi cambiati i requisiti necessari per l’accesso ed è stata inserita una clausola di detrazione degli anni per ogni figlio. A questo si è aggiunta anche la limitazione importante dell’essere caregiver di persone disabili, invalidi civili almeno al 74% o dipendenti di aziende in liquidazione.

Il sistema pensionistico italiano, che si presenta dispari per uomini e donne, è una diretta conseguenza di politiche del lavoro che non garantiscono pari lavoro, stipendio e dignità a lavoratori e lavoratrici. Opzione Donna, così come era posta in passato, era un tentativo di riequilibrare tali disparità, ma è evidente che c’è anche la necessità di rafforzare le politiche del mercato del lavoro e sviluppare servizi per le famiglie e garantire alle donne un minor peso della cura domestica. La nuova Opzione Donna non fa né l’una né l’altra cosa.

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