Pensioni: il Governo da i numeri in vista della riforma

Di Antonia De La Vega 3 minuti di lettura
Pensioni

Il presidente del Consiglio Mario Draghi, che ha definitivamente cancellato la quota di 100, cerca è un modello da utilizzare nel prossimo sistema pensionistico. Ora starà al Governo capire quale modello utilizzare e come decidere di muoversi, anche in vista della futura Legge di Bilancio.

Gli addio definitivi alla Quota 100 iniziano, dopo un triennio  dalla sua approvazione andrà in pensione il 31 dicembre 2021, un addio obbligatorio ma che da cadere i futuri pensionati nell’oblio, perché vedranno slittare ancora la tanto rincorsa pensione. Certa è anche l’assoluta contrarietà di Draghi a qualsiasi tipo di riforma del sistema pensionistico, che preveda l’uscita anticipata dal mondo del lavoro. L’esecutivo sta ora valutando percorsi alternativi alla Quota 100 e fa trapelare la possibilità che venga presentata la Quota 102 al 2022 e la Quota 104 al 2023, con l’idea del ritorno alla normalità stabilita dalla Legge Fornero.

In queste ore l’esecutivo si sta attivando per simulare il futuro andamento delle pensioni in Italia, con l’obiettivo di impegnarsi a valutare e costi che diventino riforme da attuare. Ma le analisi tecniche non sono l’unica variabile da considerare, c’è infatti anche quella di trovare un accordo tra la maggioranza e l’opposizione.

Tra le proposte  del PD c’è anche quella di potenziare l’Ape sociale, aumentando la lista dei lavori pesanti e permettendo così a un piatto in più di pentola di utilizzarla e sussiste anche la possibilità di  rendere l’Opzione Donna definitiva. La Lega, sostenitrice della Quota 100, scommette fortemente su Quota 102, che consentirebbe di andare in pensione con 64 anni di età e 38 anni di contributi versati. I partiti sembrano non trovare una quadra e una riforma capace di accomunare tutti sembra assai complessa viste le diverse visioni dei leader politici. L’unica certezza sembra essere la netta bocciatura della Quota 100 dichiarata da Mario Draghi: una misura costanza che non è stata capace di portare aumento dell’occupazione e quindi di consentire a più giovani di entrare nel mondo del lavoro

Condividi questo articolo
Exit mobile version