Pensioni e Quota 41 per i lavoratori fragili

Di Barbara Molisano 3 minuti di lettura
pensioni quota 41

La nuova manovra del governo è pensata per quelle categorie di lavoratori con comprovate condizioni di fragilità.

Il governo sta esplorando la possibilità di lasciare al lavoratore, con comprovate condizioni di fragilità, la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contribuzione, indipendentemente dall’età.

I tecnici del Ministero del Lavoro e dei sindacati, discuteranno in queste ore, la probabilità che la proposta si trasformi in legge.

In linea con le intenzioni del governo, Quota 41, attualmente disponibile solo per i lavoratori che hanno avuto almeno un anno di contributi versati prima dell’età di 19 anni, dovrebbe essere ampliata, consentendo al contempo le opzioni di pensionamento per i pazienti con problemi: cardiaci, malati oncologici e immunodepressi.

Chi saranno i lavoratori che potranno accedere a Quota 41

Il governo sta lavorando sulla definizione delle categorie, che andrebbero ampliate, in quanto, chi ha versato 41 anni di contributi, di cui 12 mesi prima di aver compiuto i 19° anno di età, può andare in pensione indipendentemente dall’età.

I lavoratori precoci, dovrebbero avere anche altri requisiti:

  • disoccupazione dopo il licenziamento e cessazione dell’indennità di disoccupazione;
  • oppure una disabilità provata del 74% o per chi si prende cura di un familiare con disabilità;
  • addetti a compiti pesanti e usuranti.

I sindacati chiederanno di abbattere questi punti sopra elencati per poter consentire a tutti i lavoratori considerati precoci, l’accesso al pensionamento anticipato. Questa misura sarà poi estesa a tutti i lavoratori in condizioni di fragilità.

È probabile, che il provvedimento possa in qualche modo essere correlato allo stato di salute nel rispetto dei requisiti necessari per l’accesso all’Ape sociale. Inoltre, in merito a questa procedura, è stato possibile ampliare il pensionamento alla stessa platea di soggetti che potevano ricevere un anticipo pensione, come nel caso dell’Opzione donna.

Le misure allo studio prevedono anche l’estensione di ampi accordi di solidarietà ai dipendenti di aziende con meno di 1.000 dipendenti per accompagnare le persone dal lavoro alla pensione, creando opportunità di lavoro per i giovani.

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