Pensioni: confronto

Di Antonia De La Vega 4 minuti di lettura
pensioni proposte a confronto

Per arginare l’ondata di malcontento per la quota 100 i cui esperimenti non hanno fatto felici gli italiani, il governo ha da tempo esaminato meccanismi e formule provvisorie  per la riforma delle pensioni, attualmente sospese dal ministro Andrea Orlando, che ha messo in attesa i tavoli sindacali: In breve qui di seguito vi riassumiamo le ultime proposte sul tema delle pensioni dalla quota 41 a quella 102

In attesa del completamento di altre riforme prioritarie alla luce dell’emergenza Covid, a cominciare dagli ammortizzatori sociali, si fanno già proposte INPS diverse per la riforma delle pensioni. Una di queste è la Quota 41: prevede la possibilità di pensionamento anticipato dopo 41 anni di contributi. Ricorda che gli uomini oggi hanno bisogno di 42 anni e 10 mesi e le donne di 41 anni e 10 mesi per lasciare il lavoro. Il calcolo della pensione resta immutato, per cui chi ha diritto al sistema misto.

Altra proposta è il Ricalcolo contributivo: Si tratta di un’ipotesi simile a quella attualmente contemplata nell’Opzione Donna, nel senso che si può andare in pensione prima ma rinunciando a parte della contribuzione maturata, preservando così il calcolo contributivo per l’intera pensione. Stabilisce due diversi requisiti, alternativi tra loro: 64 anni di età, 20 anni di contribuzione e un’indennità previdenziale cumulata pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale. Oppure 64 anni e 36 anni di rate senza limite sul valore dell’assegno. Altra opzione è l’ Anticipo della quota contributiva : Si tratta di un sofisticato meccanismo che ti consente di accedere alla quota contributiva fino a quando non ricevi la pensione completa. In pratica, all’età di 63 anni, con almeno 20 anni di contributi e un importo minimo di 1,2 volte l’assegno sociale , ci si può ritirare, incassando però solo la parte contributiva maturata. Al raggiungimento poi dell’età per la pensione di vecchiaia, si inizia a ricevere anche la quota retributiva della pensione.

In sintesi, la quota 41 è la più costosa tra queste tre ipotesi, mentre le altre due sono meno onerose. In particolare, la quota 41 varrà 4,3 miliardi nel 2022 e raggiungerà i 9,2 miliardi entro la fine del decennio. Qui, per i calcoli, l’INPS ha ipotizzato l’adesione al 100%, trattandosi di un’ipotesi con elevate esigenze di investimento e senza penali nei calcoli. Per il ricalcolo dei contributi, invece, la propensione ad affiliarsi è stata considerata paragonabile alla quota di 100

Non esistono invece stime di spesa per la cosiddetta quota 102 che permetterebbe di andare in pensione con 64 anni e 38 anni d’imposta senza calcolare sanzioni.
La quota 102 è stata teorizzata dall’economista e presidente del Centro Studi Percorsi Previdenziali, Alberto Brambilla, già viceministro del Welfare con delega alla Previdenza Sociale. Si tratta di una formula simile a Quota 100: come suggerisce il nome, la pensione anticipata richiede però dai 64 anni e dai 38 anni di contributi, ai quali si aggiungeranno gli adeguamenti dell’attesa di vita. Affinché questa misura sia sostenibile, il rovescio della medaglia sarebbe ricalcolare il contributo dell’assegno secondo l’Opzione donna. Quindi, rispetto alla Quota 100 per lo Stato, ci sarà ancora un risparmio, che renderà praticabile questa misura anche con il sistema previdenziale esistente. In verità, Brambilla è scettico su questo punto, secondo il quale, con la quota 102, non dovrebbero esserci nemmeno sanzioni per i benefici, perché «ci sono già rapporti di trasformazione, in base ai quali, prima vai in pensione, meno guadagni “.

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