Pensioni: arriva la Quota 41 ibrida

Di Gianluca Perrotti 2 minuti di lettura
pensioni non un miraggio

Nel 2023 si potrà andare in pensione con la cosiddetta Quota 41 ibrida, ossia con una soglia anagrafica di 62 anni.

Di fatto sarà una quota 103

La Riforma Pensioni invece slitta al 2024, con l’obiettivo di superare la Legge Fornero ed arrivare gradualmente ad una Quota 41 secca, senza requisito anagrafico, entro il 2026. Nel frattempo si adotteranno le consuete quote flessibili.

In attesa che nel Bilancio ci sarà la nuova quota 103 per andare in pensione a 62 anni con 41 anni di contributi. In Manovra anche il prolungamento di un anno per APE Sociale e Opzione Donna.

Nuove uscite anticipate per due anni

Dal 2024, il Governo prevede di continuare ancora un paio d’anni con il sistema delle quote per la flessibilità in uscita, prima di arrivare alla riforma pensioni vera e propria.

Allo studio sono infatti alcune nuove forme di uscita 62 anni, che prevedano la penalizzazione rapportata agli anni anticipati oppure al ricalcolo contributivo dell’anno. Sarebbe l’Opzione Uomo già teorizzata nelle scorse settimane.

Riforma pensioni con superamento Fornero

La riforma strutturale studiata dal governo prevede anche la separazione della previdenza dall’assistenza, l’adozione di sconti contributivi per la pensione delle lavoratrici madri, nuove forme di riscatti laurea agevolato per i giovani e, nel futuro, una rivalutazione del meccanismo che adegua i requisiti pensionistici alle aspettative di vita.

Per i lavoratori addetti a mansioni gravi e usuranti spunta anche l’ipotesi di ampliare la platea dei beneficiari. Così come sembra tornare in auge la proposta di incentivi (esonero INPS integrale in busta paga) per ritardare la pensione, almeno per alcuni settori. Possibile anche una stretta sulle pensioni d’oro se non vincolante a contributi versati. .Sullo sfondo fortemente, un sistema di incentivazione della previdenza complementare, con una tassazione agevolata e ipotesi di “silenzio-assenso” per il TFR.

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