(Money.it) La riforma delle pensioni si arricchisce di una nuova ipotesi: il ritorno di Quota 96, cancellata dalla legge Fornero.
Al momento è solamente un’idea, ma sembra che il governo abbia avviato una fase di studio per valutare quanto costerebbe il ripristino di Quota 96, così da riconoscere ai lavoratori usuranti e gravosi una maggiore flessibilità in uscita.
La parola chiave della riforma delle pensioni è quindi ancora “quote”: dopo la possibilità di confermare Quota 103 per un altro anno, o comunque di estendere Quota 41 ma prevedendo l’obbligo di un ricalcolo contributivo dell’assegno, ecco che si torna a parlare di Quota 96, misura che prima dell’entrata in vigore della legge Fornero garantiva un accesso agevolato rispetto all’attuale pensione anticipata.
Così come per le altre “quote”, anche Quota 96 deve il suo nome al risultato che la somma tra età anagrafica e contributi deve dare per acquisire il diritto alla pensione; a differenza delle altre due, e di come funzionava in passato, questa sarebbe riservata solamente a delle specifiche categorie di lavoratori, a tutti coloro che per la gravosità della professione svolta meritano di una maggior tutela in ambito previdenziale.
Cos’era Quota 96?
Con Quota 96 si era soliti indicare il valore della somma tra età anagrafica e anni di contributi necessario per accedere alla pensione di anzianità nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2011 e
© Money.it