Pensione lavori usuranti e gravosi

Di Antonia De La Vega 2 minuti di lettura
riforma pensioni

Ultimissime sulla riforma delle pensioni: i sindacati elaborano su questa tematica nuovi approcci e decidono di battersi sulla flessibilità e tutela delle categorie più deboli, compresi lavori gravosi e usuranti.

Avvicinandosi il termine della sperimentazione di Quota 100, il 31 dicembre 2021, sono diverse le proposte di Riforma delle pensioni che avanzano, con l’idea generale che dovrebbe essere quella di garantire una certa flessibilità in uscita, senza gravare (troppo) sui conti dello Stato. Tra le ipotesi c’è quella di garantire un’uscita flessibile senza penalizzazioni non generalizzata, ma riservata solo a particolari categorie di lavoratori che si ritiene abbiano fisiologicamente, per il tipo di lavoro che svolgono, la necessità di andare in pensione anticipata rispetto al requisito richiesto per quella di vecchiaia, attualmente fissato a 67 anni.

La Riforma pensioni sembra però essere in ritardo e vi è un  ritorno ai requisiti proposti già dalla Fornero.
Il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha ricordato nei giorni scorsi in Parlamento che l’argomento Riforma pensioni è all’ordine del giorno e sarà affrontato probabilmente entro la fine di giugno mentre che le Commissioni paritetiche di studio sui lavori gravosi , istituite dal Governo Conte, sono al lavoro con l’obiettivo di portare dati oggettivi utili per capire in che direzione andare nella prossima Riforma pensioni per garantire la sostenibilità della spesa. Intanto i sindacati, CGIL CISL e UIL, si stanno battendo molto su questo fronte con l’obiettivo di riuscire ad avere un intervento governativo in merito prima della fine dell’anno, così che dal 2022 i lavoratori prossimi alla pensione possano avere un’alternativa ai requisiti Fornero, con un occhio di riguardo in particolare per i lavoratori impiegati in mansioni gravese e usuranti.

La prossima Riforma delle Pensioni dovrebbe  garantire sia sostenibilità della spesa pubblica, come raccomandato anche dall’UE, che giustizia sociale. Pensata quindi nell’ottica non solo del bilancio ma anche del miglioramento della qualità di vita delle persone e dei lavoratori più a rischio.

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