Pensione di reversibilità, stop per queste persone: ecco quando viene tolta

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura
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(Money.it) La pensione di reversibilità spetta ai familiari superstiti che rispettano alcuni requisiti fondamentali, il cui venir meno comporta lo stop del trattamento. La reversibilità, infatti, non è necessariamente eterna o fissa e può subire riduzioni, sospensioni e cessazioni proprio in virtù dei possibili cambiamenti che può affrontare il nucleo familiare in questione.

Il diritto a ricevere la reversibilità può infatti decadere, sia su base temporanea (nel caso della sospensione) che in modo irreparabile. Anche l’importo dell’assegno, comunque, può subire dei cambiamenti, che non dipendono dai requisiti e nemmeno dal grado di parentela, bensì dalla situazione reddituale dei beneficiari.

Riduzione della pensione di reversibilità

La cessazione della pensione di reversibilità non ha nulla a che fare con le ipotesi di riduzione, le quali derivano da criteri puramente reddituali. La reversibilità viene infatti ridotta:

  • Del 25% se i redditi superano di tre volte il trattamento minimo;
  • del 40% se i redditi posseduti superano di quattro volte il trattamento minimo;
  • del 50% se i redditi superano il trattamento minimo di cinque volte.

La riduzione è comunque sottoposta ad alcuni limiti, infatti il trattamento percepito non può essere inferiore a quello che spetta per il reddito, pari al limite massimo della fascia precedente. Oltretutto, la reversibilità non può essere ridotta se nel nucleo familiare sono presenti figli minorenni, studenti (in corso) o disabili.

Al contrario, la pensione di reversibilità viene tolta su basi diverse dal solo indicatore reddituale.

Quando viene tolta la pensione di reversibilità

Come anticipato, lo stop della pensione di reversibilità no


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