Per usufruire del Bonus Maroni 2023, un incentivo erogato su richiesta a chi sceglie di rimanere al lavoro nonostante abbia raggiunto la Quota 103 (pensione anticipata flessibile), e di farsi versare i relativi contributi previdenziali in busta paga, è necessario attendere l’emissione di un decreto attuativo che doveva essere rilasciato entro la fine di gennaio.
La procedura per richiedere la pensione anticipata con la Quota 103 è aperta, ma per poter esercitare la nuova opzione dell’incentivo, si dovrà attendere l’emanazione di tale decreto.
Il comma 287 della Legge di Bilancio (197/2022) prevede che “le modalità di attuazione del comma 286 sono stabilite con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze”. Tuttavia, nonostante l’entrata in vigore della legge, il decreto non è ancora stato pubblicato. Una volta che sarà disponibile, le procedure per i lavoratori che desiderano esercitare questa opzione saranno chiare.
Si ricorda che l’opzione è prevista dal comma 286 della Manovra e stabilisce che chi raggiunge i requisiti per la Quota 103 (ossia 41 anni di contributi e 62 anni di età) può rinunciare all’accredito per fini pensionistici della quota dei contributi a proprio carico, il che significa che non contribuirà alla crescita del montante su cui si baserà l’assegno della pensione futura.
Il datore di lavoro, d’altra parte, verserà la propria quota ma non sarà più obbligato a trattenere quella del dipendente
Pertanto, la somma corrispondente alla quota di contribuzione a carico del lavoratore – che il datore di lavoro avrebbe dovuto versare all’ente previdenziale, trattenendola dalla busta paga – sarà corrisposta interamente al lavoratore che vedrà aumentare il proprio stipendio netto. Tuttavia, ciò comporterà una diminuzione dei contributi destinati alla pensione.