(Money.it) Il contratto a tempo determinato è piuttosto vincolante per il datore di lavoro e il dipendente, i quali non possono recedere liberamente se non sussistono specifiche condizioni. Il mancato rispetto di questo obbligo comporta per il dipendente il pagamento di una penale in caso di dimissioni, peraltro prevista anche per il datore di lavoro in alcuni casi di licenziamento.
Dimissioni con contratto a tempo determinato, quando si rischia la penale
Il contratto di lavoro a tempo determinato prevede di per sé una durata stabilita, con una fine ben precisa. Di conseguenza, sia il datore di lavoro che il dipendente sono obbligati a continuare il rapporto per il tempo definito, nell’ottica della tutela degli interessi reciproci.
Di conseguenza, ci sono limiti piuttosto stringenti che impediscono di licenziare il lavoratore dipendente. D’altro canto, quest’ultimo non può dare le dimissioni quando preferisce, altrimenti è costretto al pagamento di una penale.
In particolare, il lavoratore dipendente con contratto a tempo determinato può dimettersi senza conseguenze soltanto se è presente la giusta causa (requisito che in realtà è analogo per quanto riguarda il licenziamento da parte del datore di lavoro). Per questo motivo, ogni lavoratore a tempo determinato che presenta le dimissioni senza giusta causa rischia una penale, conseguenza che non può essere evitata nemmeno dal rispetto del preavviso.
La penale può essere intesa in senso stretto se prevista in modo specifico dal contratto di lavoro firmato dalle parti, altrimenti si traduce nel risarcimento danni dovuto al datore di lavoro. Trattando del contratto di lavoro a tempo determinato
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