Pellet: si chiede di modifica l’imposta sul valore aggiunto (IVA)

Di Alessio Perini 3 minuti di lettura
pellet e iva

Iva ridotta sul pellet: modifiche alla Legge di Bilancio per il 2023

Tra gli emendamenti segnalati alla Camera dei Rappresentanti vi sono due diverse richieste di modifica finalizzate ad abbassare l’aliquota dell’imposta sul valore aggiunto al 10% o al 5%.

Il prezzo del pellet sul mercato italiano potrebbe diminuire. La proposta è stata inserita nelle riforme alla Legge di Bilancio 2023, attualmente nelle mani della Commissione V della Camera dei Deputati. Nello specifico, nel fascicolo di modifica riportato sono presenti due proposte di modifica per ridurre l’aliquota dell’imposta sul valore aggiunto (IVA) sul pellet, che attualmente è del 22%. Entrambi interferiscono con la Tabella A del DPR n. 633 del 1972, ma in altra forma.

La prima, a firma dei venerabili Fornaro, Serracchiani, Guerra, contiene una richiesta di inclusione del carburante tra i beni e servizi soggetti all’IVA al 5%.

La seconda, presentata dai signori Molinari, Foti, Cattaneo e Lupi, propone di includere i capelli tra i beni soggetti ad IVA 10%. Le misure, pur con costi diversi, hanno lo stesso obiettivo: controllare il prezzo del combustibile per il riscaldamento. A causa dell’aumento dei prezzi del gas, nel 2022 è aumentato anche il costo della biomassa legnosa. Fino all’anno scorso costava 4 euro acquistare un pacco da 15 chilogrammi di pellet, oggi costa in media almeno 12-15 euro.

Il costo  è notevolmente influenzato dall’IVA

E come ricorda oggi AIEL, l’Italia è attualmente uno dei Paesi con la più alta aliquota fiscale su questo carburante. Non è sempre stato così. Infatti, fino al 2014 l’Iva sul pellet era fissata al 10%, ma la Legge di Stabilità 2015 (Legge n. 190 del 23 dicembre 2014) ha innalzato l’aliquota al 22%. “Una riduzione strutturale dell’aliquota IVA sul pellet porterà a una lotta immediata alla povertà energetica”, ha commentato AIEL in un comunicato stampa. “E sarà in linea con quanto hanno fatto altri Paesi dell’Unione Europea, come la Spagna, dove l’Iva è stata recentemente alzata dal 21% al 5%, e la Croazia, dove, a seguito di due diverse azioni politiche, la tassa è stata ridotta prima dal 25% al 13% e poi dal 13% al 5%”.

Condividi questo articolo
Exit mobile version