Partita IVA: quali differenze tra agevolata e ordinaria

Di Redazione FinanzaNews24 3 minuti di lettura

(BorsaeFinanza.it) In Italia esistono due tipi di Partita IVA a disposizione dei lavoratori: il regime ordinario e il regime agevolato, meglio noto come forfettario. L’Osservatorio del Ministero dell’Economia e delle Finanze rivela nel suo report annuale che nel corso del 2022 sono state aperte circa mezzo milione di nuove Partite IVA: il 70% da persone fisiche, il 22,3% da società di capitali e il 3,3% da società di persone. In questa platea, 239.131 soggetti hanno aderito al regime forfettario anziché a quello ordinario. Ma quali sono le differenze tra Partita IVA agevolata e ordinaria?

Partita IVA in regime ordinario e semplificato

L’ordinario è il regime obbligatorio per chi produce un reddito elevato e non può quindi accedere al forfettario. Questo regime può essere adottato da persone fisiche e società: lavoratori autonomi, liberi professionisti, ditte individuali e società di persone. Nello specifico, l’ordinario è per:

  • società di persone, ditte individuali o enti non commerciali che esercitano anche un’attività commerciale in misura non prevalente, che nell’anno precedente hanno conseguito ricavi superiori a 500.000 euro per prestazioni di servizi e superiori a 800.000 euro negli altri casi;
  • enti pubblici e privati, diversi dalle società, che hanno come scopo primario o secondario l’esercizio di attività commerciali;
  • S.p.A., S.r.l., S.a.p.A., cooperative, mutue assicuratrici;
  • trust con oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciali;
  • stabili organizzazioni di società ed enti non residenti nel territorio dello Stato;
  • associazioni non riconosciute, consorzi e altre organizzazioni che hanno per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciali.

Nell’ordinario c’è la possibilità di ottenere un regime semplificato che si rivolge nello specifico a persone fisiche, ditte individuali, società di persone e imprese minori che rientrano sotto una determinata soglia di guadagno. Il limite di ricavi è di 500.000 euro per le prestazioni di servizi e di 800.000 euro in caso di altre attività. In aggiunta, il regime semplificato riduce sensibilmente gli obblighi contabili e quindi ha meno burocrazia.

La Partita IVA ordinaria ha infatti numerosi obblighi di contabilità, soprattutto per le società: il libro mastro, il libro giornale e il libro inventari, il registro dei beni ammortizzabili, il bilancio di esercizio, i registri IVA e le scritture di magazzino per le attività che superano i 5.164.568,99 euro di ricavi e con rimanenze superiori a 1.032.913,80 euro.

Ma l’obbligo più importante per la Partita IVA ordinaria, insieme alla fatturazione elettronica, è l’applicazione dell’IVA. L


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