(QuiFinanza.it) Le agevolazioni fiscali e contributive riservate ai liberi professionisti, ai lavoratori autonomi ed alle imprese individuali vengono comunemente conosciute come bonus Partita Iva. Nel corso del 2023 i contribuenti hanno ancora la possibilità di richiederli senza particolari problemi.
I bonus Partita Iva vengono suddivisi in due categorie: da una parte ci sono le misure riservate ai soggetti in difficoltà finanziarie, i quali possono accedere ad una serie di misure a sostegno del reddito. Dall’altra parte ci sono dei contributi a fondo perduto, che possono essere richiesti per avviare o dare supporto all’attività d’impresa. Cerchiamo di capire quali siano i bonus del 2023 a sostegno dei titolari di partita Iva.
Bonus Partita Iva: le misure a sostegno del reddito
Tra i bonus partita Iva destinati a sostenere il reddito dei lavoratori autonomi e i liberi professionisti sicuramente spicca l’Iscro: l’indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa ed il reddito di cittadinanza. Vediamo come funzionano le due iniziative.
Come funziona l’Iscro
L’Iscro, in un certo senso, costituisce una sorta di indennità di disoccupazione, che è riservata ai lavoratori con partita Iva. Ad istituirla in via sperimentale è stata la Legge di Bilancio 2021 e può essere richiesta ancora per il 2023. Salvo, ovviamente, proroghe dell’ultimo momento.
Possono accedere alla Iscro i titolari di partita Iva ed i collaboratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa, che abbiano registrato una perdita del fatturato pari al 50% rispetto alla media degli ultimi tre anni. In ogni caso il fatturato non deve superare gli 8.972,04 euro. Per potervi accedere è necessario essere in possesso dei seguenti requisiti:
- essere in possesso della Partita Iva almeno da quattro anni;
- essere in regola con i versamenti obbligatori dei contributi;
- non percepire Naspi, Dis-Coll o il reddito di cittadinanza;
- avere dichiarato un reddito inferiore a 8,972 euro l’anno precedente rispetto alla presentazione della domanda.
L’Iscro prevede l’erogazione di un’indennità straordinaria per sei mesi, che viene riconosciuta dal primo giorno del mese successivo rispetto alla data di presentazione della domanda. Quello che abbiamo davanti è un contributo mensile pari al 25% dell’ultimo reddito da lavoro autonomo dichiarato. L’Inps ha previsto, comunque vada, una soglia minima ed una massima: l’assegno non può essere inferiore a 254,75 euro e non può superare gli 815,20 euro al mese.
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