Pagamenti: Le nuove e mutevoli regole dei Pos

Di Antonia De La Vega 3 minuti di lettura
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Le sanzioni per esercenti e professionisti che rifiutano i pagamenti nei punti vendita servono a incentivare le transazioni digitali, ma l’obbligo di accettarle anche per i micropagamenti rischia di penalizzare gli esercenti: sulla base di questi presupposti, il governo ha istituito una sorta di zona cuscinetto nella Legge di Bilancio 2023 escludere transazioni tasse fino a 60 euro. Questo provvedimento ha però generato polemiche e sollevato perplessità nella Commissione Ue, per la quale l’Esecutivo ha finalmente fatto marcia indietro, introducendo un emendamento alla manovra.

Ciò significa che vengono mantenute le sanzioni amministrative previste dal D.Lgs. 36/2022

Per ogni singola operazione negata, una sanzione di 30 euro più il 4% dell’importo dell’acquisto. Tuttavia, Meloni Executive rimane impegnata a mitigare l’impatto delle passività POS, in particolare per i pagamenti di basso valore. L’ipotesi è quella di prevedere nuovi incentivi fiscali, come uno specifico credito d’imposta.

Intanto ComparaConti.it e l’osservatorio SOStariffe dimostrano che negli ultimi cinque anni i costi del POS sono già stati ridotti a tutto campo: costi iniziali, canoni mensili, commissioni. La principale obiezione delle associazioni di categoria resta quella dei piccoli pagamenti che risentono maggiormente.

I pagamenti digitali nella legge di bilancio

Il riferimento fondamentale continua ad essere la Legge 179/2012 (art. 15, comma 4), in forza della quale vige l’obbligo di accettare sempre almeno una carta di debito e una carta di credito. Pertanto, esercenti, artigiani e professionisti non sono tenuti ad accettare pagamenti digitali, ma dovrebbero prevedere la possibilità di transazioni digitali, ad esempio utilizzando un bancomat (carta di debito) e almeno una carta di credito.

Se non è prevista la possibilità del pagamento digitale è prevista una penale: si attiva per ogni singola operazione e si compone di una parte fissa (30 euro) e di una parte variabile (4% del pagamento). La versione originaria della legge finanziaria prevedeva l’abolizione delle sanzioni in tutti i casi di acquisto fino a 60 euro. La riforma presentata dallo stesso esecutore corregge questo provvedimento, tornando alle vecchie regole: le multe si attivano comunque, a prescindere dall’importo dell’operazione.

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