Padre e figlio: il nostro rapporto post-pandemia

Di Gianluca Perrotti 2 minuti di lettura
Titoli Wall Street

La pandemia ci ha costretti in casa e ci ha fatto anche cambiare il modo di vivere i rapporti umani, soprattutto quelli con le persone amate. In questo articolo esaminiamo come è cambiato il rapporto padri e figli

Durante la pandemia, molti genitori si sono trovati in contatto con i propri figli 24 ore su 24, anche durante l’orario di lavoro. Ovviamente questo ha cambiato non solo i ritmi, ma anche il rapporto padre-figlio, spesso trascurato a favore del rapporto con la madre.

Genitori durante la pandemia molti genitori parlano di come sono diventati più vicini ai loro figli da quando la scuola ha permesso loro di insegnare da papà. Questo, infatti, ha permesso di pranzare insieme, di non dormire più la sera e di preferire il dialogo e di non essere distratto durante il giorno a causa della strada per rientrare dalla scuola o dal lavoro. Tuttavia, ci sono alcuni genitori che si trovano nel dilemma di dover guardare il loro bambino in un’altra stanza per assicurarsi che stiano facendo i compiti mentre rispondono alle chiamate di lavoro. Molti padri sono diventati consapevoli del carico di lavoro delle donne e delle madri che devono continuare a lavorare ogni giorno anche quando tornano a casa.

In questo modo gli uomini sono diventati più consapevoli del loro ruolo in famiglia e del rapporto che hanno con i loro figli, e di come possono aiutare anche in casa aiutando il loro partner.
Ciò è probabilmente dovuto anche alla necessaria distanza creatasi durante il periodo del Covid-19 dalle sale parto dove i genitori non potevano entrare, e alla presenza costante in casa, che li mette di fronte a ciò che una donna deve affrontare tutti i giorni per mantenere l’ordine.

I neonatologi raccomandano inoltre che i genitori tornino in ospedale durante il parto. Questo permette di essere più solidali sia con la mamma che con il neonato e, soprattutto, crea un legame molto forte a livello genitoriale.

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