Ora il private banker diventa anche assicuratore

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura
Economia

(BorsaeFinanza.it) In Italia c’è un deficit assicurativo rispetto agli altri paesi, è cosa nota. Anche chi ha patrimoni elevati e si rivolge, per la loro gestione, all’offerta specialistica dei private banker ritiene, spesso a torto, di poter coprire eventi avversi inattesi con i propri averi. Non è così che si ragiona e il private banking si vuole assumere il compito di farlo capire ai suoi clienti, le cui conoscenze finanziarie sono in media più elevate ma evidentemente non abbastanza.

La presentazione di uno studio congiunto realizzato dall’Associazione italiana private banker (AIPB) e PwC Italia “Private Protection: la nuova frontiera del wealth management” è stata l’occasione per tracciare le linee strategiche lungo le quali gli operatori del settore devono muoversi per offrire questo servizio ai propri clienti.

“Con il cambiare delle abitudini, l’avvicendarsi di fenomeni imprevisti che abbiamo anche vissuto recentemente, quali la pandemia o eventi catastrofali, la copertura dei rischi è diventata un bisogno essenziale da affiancare alla tutela del patrimonio finanziario” ha commentato Mauro Panebianco, partner di PwC Italia, a cui si è aggiunta la voce del presidente di Aipb Andrea Ragaini: “Il Private Banker rappresenta per il cliente un interlocutore di fiducia. Lo accompagna nel tempo e consolida il rapporto nei momenti di difficoltà attraverso incontri frequenti nel corso dei quali non si parla solo di investimenti, ma anche di pianificazione nel suo complesso. La nuova frontiera della consulenza integra la gestione del patrimonio con la copertura assicurativa dedicata alla prevenzione dei rischi non solo finanziari a cui sono esposti i clienti”.

La “scaramanzia” inefficiente degli italiani

Nel presentare i risultati della ricerca, Andrea Ragaini ha iniziato da alcuni dati sulle coperture assicurative in Italia. In particolare, con riferimento al ramo Danni, l’incidenza dei premi sul PIL è in Italia dell’1,1% contro una media del 2,8%. Le ragioni di questa scarsa attitudine ad assicurarsi sono varie, sommari


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