Opzione Donna è stata confermata per il 2023 ma con non poche restrizioni

Di Alessio Perini 4 minuti di lettura

Approvata l’Opzione Donna anche  per il 2023, ma la platea dei potenziali beneficiari è piuttosto ristretta rispetto al passato per effetto di quanto deciso dal governo con l’ultima Legge di Bilancio.

Con la Manovra, infatti, l’Esecutivo Meloni ha introdotto nuovi e severi vincoli di accesso alla nuova opzione donne 2023, consentendo l’accesso solo alle lavoratrici ritenute tutelate, ad esempio, perché disabili o perché affidate a un membro della famiglia, un parente con disabilità (caregiver) o, ancora, perché si trovano in una situazione lavorativa particolare (uscire dalle aziende con tavoli di crisi). Anche i requisiti per i dati personali (età di accesso) sono stati rivisti, rendendoli meno convenienti nella maggior parte dei casi. Queste novità sollevano molti interrogativi, dalle condizioni di candidatura fino ad oggi alla possibilità di accesso alla vecchia opzione donna. per chi ne aveva i requisiti e attendeva di vedere cosa sarebbe successo con la tanto attesa riforma delle pensioni, poi rinviata al 2024.

Chi può andare in pensione nel 2023 fon questa opzione?

Il primo  cambiamento è una nuova barriera all’ingresso, in quanto le lavoratrici devono appartenere a una di queste categorie: 

  • caregiver da almeno sei mesi;
  • invalide o inabili al lavoro almeno al 74%;
  • licenziate o dipendenti di imprese per le quali è attivo un tavolo di dialogo per gestire la crisi aziendale.

Cosa rientra quindi  nella nuova versione Opzione Donna?

le tre categorie esplicitate prima possono richiedere tale opzione se nel 2022 abbiano accumulato al esperienza di almeno 35 anni e con i seguenti requisiti personali:

  • 58 anni se  ha almeno 2 figli o è lavoratore in cassa integrazione o di azienda in crisi;
  • 59 anni se ha 1 figlio;
  • 60 anni se non ha figli.
    Pertanto, a differenza delle versioni precedenti dal 2023 non vi è alcuna differenza nei requisiti di età tra lavoratori autonomi e dipendenti.

 

Quali sono i requisiti per essere una caregiver?

Per poter accedere all’Opzione Donna 2023 con un profilo di caregiver  familiare, devi essere in grado di dimostrare di aiutare il tuo coniuge o parente stretto che convive con una grave disabilità definita dall’art. 3, comma 3, della Legge 104/1992, al momento della richiesta di prepensionamento e per almeno sei mesi.

Può essere richiesta anche se l’assistenza è riferita a un parente di secondo grado o un convivente assimilato, ma solo se i genitori o il coniuge della persona con disabilità grave hanno più di 70 anni o soffrono anche di condizioni invalidanti, sono deceduti o sono scomparsi.

L’Opzione Donna 2023 modifica le finestre mobili esistenti?

Restano in vigore il meccanismo di differimento del pagamento della prima rata della pensione: finestra mobile di 12 mesi per i dipendenti e 18 mesi per gli autonomi. Così, le prime finestre si apriranno rispettivamente dal 1° febbraio 2023 per i dipendenti e dal 1° agosto 2023 per gli autonomi.

Ci sono contributi finanziati per l’Opzione Donna 2023?

Non è ancora possibile accumulare gratuitamente i contributi versati nei vari piani pensionistici per raggiungere il periodo  di 35 anni di contributi.

Le donne che hanno ricevuto dati anagrafici e contributi previdenziali ai sensi delle leggi precedenti entro un termine prestabilito godono della cosiddetta cristallizzazione dei crediti.

Ciò significa che, anche se la pensione viene concessa dopo il 31 dicembre 2022, usufruendo di tale opportunità, le donne possono andare in pensione a 58 anni se lavoratrici (o a 59 se lavoratrici autonome) se hanno raggiunto il età di 35 anni di contributi, tenendo conto di tutti i requisiti al 31/12/2021. Non è prevista alcuna regolazione della durata di conservazione.

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