Omicron 5 presente in 83 paesi e con diffusione pari al 52%. Si attendono dati sulla variante indiana

Di Redazione FinanzaNews24 3 minuti di lettura

La sottovariante BA.5  è diventata la più diffusa sul Pianeta passando nell’ultima settimana dal dal 37% al 52%. A dirlo l’ultimo rapporto settimanale Covid dell’Organizzazione mondiale della sanità.

Dall’OMS si apprende che: “la famiglia Omicron continua a dominare, rappresentando il 92% delle sequenze caricate sulla piattaforma Gisaid dall’1 al 30 giugno  tra i lignaggi Omicron continuano a crescere le quote di Omicron 5 e anche di Omicron 4 (BA.4). La prima è stata rilevata in 83 Paesi e nella settimana dal 19 al 25 giugno, rispetto alla precedente, è salita dal 37% al 52% circa. Resta più lenta Omicron BA.4, rilevata in 73 Paesi e passata dall’11% al 12% circa. Continua dunque il calo della ex sottovariante dominante Omicron 2 (BA.2), scesa dal 16% all’9%. In riduzione anche BA.2.12.1, dal 19% all’11%. Non ci sono ancora prove in merito a un cambiamento di gravità della malattia provocata da Omicron 4, 5 e BA.2.12.1, rispetto a quella legata a Omicron 2. Tuttavia  l’aumento della loro prevalenza ha coinciso con un aumento dei casi in diverse regioni. E in alcuni Paesi l’incremento dei contagi ha anche provocato un aumento delle ospedalizzazioni, dei ricoveri in terapia intensiva e dei morti. Nei Paesi in cui Omicron 4, 5 e BA.2.12.1 adesso sono in calo, l’aumento di casi, ospedalizzazioni, ricoveri in terapia intensiva e decessi è stato inferiore rispetto a quello registrati nelle precedenti ondate di Omicron 1 e 2. Differenze influenzate probabilmente da una serie di fattori, tra cui anche la copertura vaccinale”.

Il  direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, nel corso del periodico aggiornamento per la stampa si pronuncia anche sulla variante indiana:”In Paesi come l’India è stato rilevato anche un nuovo sottolignaggio, BA.2.75, che stiamo seguendo”.

Di questa variante non ci sono quindi ancora dati ufficiali e quelli che arrivano dall’India  non sono incoraggianti perché descrivono una mutazione in cui c’è una modifica strutturale della proteina Spike. E si tratterebbe di una variante ancora più contagiosa. Dobbiamo però aspettare per saperne di più.

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