Omicron 2: si sviluppa in Italia in modo impattante

Di Valentina Ambrosetti 3 minuti di lettura

Secondo quanto detto dall’Oms è diventata la variante covid  più diffusa in Italia.

L’Organizzazione mondiale della sanità nel suo ultimo report settimanale sulla pandemia di Covid-19 afferma che: “Negli ultimi 30 giorni il sottolignaggio BA.2 di Omicron è diventato predominante, con 251.645 sequenze (85,96%) caricate sulla piattaforma Gisaid”. 

Questa variante, la BA.2 di Omicron, é più trasmissibile rispetto ad altre varianti di Sars-CoV-2″, più contagiosa quindi, ma con sintomi lievi in generale.

Secondo Marco Cavaleri, responsabile Vaccini e Prodotti terapeutici Covid-19 dell’Agenzia europea del farmaco Ema: “La variante Omicron 2 non sembra infatti provocare effetti più gravi rispetto alla ‘versione base’ di Omicron. Naso che cola, mal di testa, stanchezza con dolori muscolari, starnuti e mal di gola sono stati i sintomi più segnalati. Segnalati anche casi di nausea e diarrea. Rispetto alla versione ‘tradizionale’ del covid, associato in particolare alla variante Delta, appaiono meno frequenti le segnalazioni alla perdita di olfatto e gusto, sintomi ‘spia’ della malattia nelle precedenti ondate”.

I sintomi sono quindi molto simili alle sindromi da raffreddamento e in primavera si potrebbe confonderla con allergie e riniti di stagione. Dura in media 5-7 giorni con una incubazione di 3 giorni.

Secondo il report esteso dell’Istituto superiore di sanità analizzando i dati della sorveglianza, impatto delle infezioni ed efficacia vaccinale “L’efficacia del vaccino anti-Covid, ovvero la riduzione percentuale del rischio nei vaccinati rispetto ai non vaccinati, nel periodo di prevalenza Omicron, nel prevenire le infezioni è pari al 70% nei soggetti vaccinati con dose booster” e “pari al 50% entro 90 gironi dal completamento del ciclo vaccinale, 42% tra i 91 e 120 giorni, e 48% oltre 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale”. 

L’efficacia del vaccino nel prevenire la malattia severa è pari “a 73% nei vaccinati con ciclo completo da meno di 90 giorni, 76% nei vaccinati con ciclo completo da 91 e 120 giorni, e 76% nei vaccinati che hanno completato il ciclo vaccinale da oltre 120 giorni. E pari al 91% nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster“. 

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