Oltre mezzo milione di nuove aperture di Partite IVA nel Belpaese

Di Gianluca Perrotti 3 minuti di lettura
Partita IVA

In Italia c’è stato un vero e proprio boom: sono circa mezzo milione le nuove Partite IVA aperte in un anno ovvero un incremento del 18,2%. Quasi tutte aderiscono al conveniente regime forfettario

Il Ministero dell’Economia ha pubblicato una sintesi dell’ultimo Report redatto dall’Osservatorio italiano sulle Partite IVA. dai dati analizzanti si evince che lo scorso anno, da gennaio a dicembre 2021,  sono state registrate più di mezzo milione di nuove aperture di Partite Iva (crescita annua del 18,2%), con una forte componente (43,5% del totale) di adesioni al regime forfettario.

La crescita è di carattere generale e interessa principalmente le società per azioni (+21,7%), seguite dalle società di persone (+15,4%) e dai privati ​​(+10,1%). Vi è stato un vero e proprio boom delle nuove partite IVA da non residenti (+185,6%), grazie alla diffusione di nuove tipologie di e-commerce. Distribuzione per forma giuridica: il 67,2% delle nuove partite IVA è rappresentato da persone fisiche, il 21,6% da società per azioni e il 3,3% da società di persone.

Se si rifacciamo all’età di coloro che hanno iniziato questo nuovo regime scopriremo che il 48,4% è stato aperto da giovani, il 30% sono personesotto i 50 anni.

Per quanto riguarda la distribuzione geografica, il 47% dei nuovi possessori di Partita Iva sono del Nord, il 21% sono del Centro, 31,2% sono invece del Sud e delle isole. In crescita tutte le regioni, in particolare Friuli Venezia Giulia (+48,4%), Lombardia (+37,7%) e Veneto (+29%).

Nella classifica dei settori, i nuovi professionisti si occupano per lo più  di commercio (al primo posto con il 22,8% del totale e con un tasso di crescita del +34,2%), seguito dalle attività professionali (17,3% con un tasso di crescita del +29,8% nelle operazioni immobiliari ) e dalle costruzioni (10,6% con un tasso di crescita del +28,9% nelle costruzioni).

Cosa prevede il regime forfettario? garantisce un’aliquota del 15% sull’imponibile, ridotta al 5% per i primi cinque anni per chi avvia una nuova attività. La novità del 2022 potrebbe essere l’obbligo di fattura elettronica.

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