In Italia 1,2 milioni di persone soffrono di demenza, di cui il 60% soffre di malattia di Alzheimer. Oggi celebriamo la 28° Giornata Mondiale dell’Alzheimer e il 10° Mese Mondiale dedicato a questa patologie neurologica a forte impatto sociale per la vita di chi ne è colpito ma anche per i caregiver.
Il 21 settembre 2021 ricorre la 28° Giornata Mondiale dell’Alzheimer e il 10° Mese Mondiale dell’Alzheimer. Istituita nel 1994 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Organizzazione Internazionale per la Malattia di Alzheimer, questa giornata ha lo scopo di aumentare la consapevolezza su questa malattia, che rappresenta circa il 60-70% dei casi di demenza. Ogni anno il 21 settembre si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale dell’Alzheimer per divulgare iniziative di ricerca e diffusione di informazioni sulla malattia. Questa giornata è anche un’occasione per uscire fuori per chiedere e ricevere aiuto. La campagna del 2021 ha come hashtag #Notiscordaredivolermibene
In occasione della Giornata mondiale 2021, lanciata dalla Federazione Alzheimer Italia, oltre a sostenere decine di iniziative “Dementia friendly” per costruire una società più inclusiva per pazienti e familiari, ha sottolineato l’importanza di questa la campagna (#Notiscordaredivolermibene) che ha l’obiettivo di a creare cittadini informati per abbattere lo stigma sociale che circonda la patologia. “Non ti scordare di volermi bene” è anche il titolo della canzone composta da Lorenzo Baglioni, un cantautore toscano, in collaborazione con l’attore Paolo Ruffini.
Attraverso la musica e con questo brano si è dato il via alla campagna e affronta il delicato processo di perdita del ricordo da parte di una persona colpita da demenza. Il 2021 è anche un anno importante per la cura di questa patologia : infatti da qualche giorno c’è stata dopo l’approvazione negli Stati Uniti, di un nuovo farmaco che sembra avere efficacia contro numerosi sintomi di questa patologia e contro la sua progressione: Parliamo dell’Aducanumab, il primo trattamento che si rivolge in modo specifico al processo degenerativo della malattia “e non si limita soltanto ad “aggredire” i sintomi della demenza ma sembra essere in grado di rallentare il declino cognitivo”.