Obbligazioni: il 2023 doveva essere un anno di ripresa, e invece…

Di Redazione FinanzaNews24 4 minuti di lettura
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(Money.it) Molti di voi a inizio 2023 si saranno sentiti dire dal proprio consulente finanziario: “è ora di tornare sui fondi obbligazionari! I tassi possono solo scendere e i prezzi risalire…”. Purtroppo, però, le scommesse sulla risalita dei prezzi delle obbligazioni sono state vanificate da un’inflazione ostinatamente alta. Che solo nelle ultime settimane sta accennando a rallentare. Ma non decisamente. Quindi, per scommettere sui fondi obbligazionari c’è ancora tempo. La ripresa del reddito fisso è in stallo a causa della continua e decisa “resilienza” dei tassi di interesse verso la discesa.

Nella tabella sottostante, elaborata grazie al database Blommberg, ho rappresentato la curva dei rendimenti governativa italiana (yield curve = andamento del rendimenti al variare della scadenze ) com’è oggi 30 giugno (linea blu continua) e come era al 1° aprile di quest’anno (linea tratteggiata). Come potete vedere, escludendo il tratto a breve della curva (da 3 mesi a 3 anni, che si è mosso al rialzo per effetto dei rialzi BCE ) il resto della curva da aprile ad oggi è rimasto invariato. Anzi, le obbligazioni a breve termine sono pure scese di prezzo per effetto degli interventi della banca centrale.

CURVA DEI TASSI GOVERNATIVA ITALIA DAI 3 MESI AI 50 ANNI (LINEA CONTINUA = RENDIMENTI AL 30.6.2023 / LINEA TRATTEGGIATA = RENDIMENTI ALL’1.4.2023) FONTE: BLOOMBERG

E questo ha nuociuto ai fondi obbligazionari, sia quelli a breve termine che ai fondi obbligazionari che investono su tutta la curva (per effetto della discesa dei prezzi dei bond a 2 anni e 3 anni).
La stessa cosa, per sommi capi, si può dire della curva americana.
Insomma, molti scommettevano che il ciclo di aumenti dei tassi d’interesse da parte delle banche centrali fosse quasi giunto al termine. Ma non è stato così, almeno stando alle parole contenute negli ultimi discorsi di Jerome Powell e di Cristine Lagarde: le banche centrali rimarranno vigili. I tassi ufficiali continueranno ad aumentare, e la rata del vostro mutuo a tasso variabile anche.

Le scommesse sulla ripresa dei prezzi delle obbligazioni sono state infatti vanificate da un’inflazione ostinatamente alta.

Eppure, da gennaio gli investitori si sono riversati sul reddito fisso, allettati dalla promessa di un ritorno delle obbligazioni dopo un anno, il 2022, di rendimenti tra il misero e il disastroso dei fondi obbligazionari.

Finora, questa operazione di “riposizionamento” non è riuscita a produrre rendimenti eccezionali.
I mercati obbligazionari globali (vedi indice Bloomberg Global Aggregate) hanno perso l’1% in questo trimestre, mentre l’inflazione ostinatamente alta su entrambe le sponde dell’Atlantico spinge, come detto prima, le grandi banche centrali a continuare ad aumentare i tassi di interesse.

Dopo un guadagno del 3% nel primo trimestre dei bond goveernativi, questa battuta d’arresto del 2° trimestre significa che l’asset class obbligazionaria non ha finora mantenuto la promessa di un forte rimbalzo, dopo la storica perdita del 16% dello scorso anno. Perdita che possiamo osservare nell’indice Bloomberg Bond Global Aggregate di cui prima – un ampio indicatore del reddito fisso globale e benchmark per molti fondi obbligazionari, come potete leggere nella nota di fine articolo*.

Gli investitori che hanno scommesso sul fatto che l’inflazione sarebbe scesa in maniera violenta, mentre la recessione incombeva, si sono riempite le tasche di obbligazioni. M


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