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Se aveste acquistato dei titoli di Stato italiani a 10 anni lo scorso settembre avreste ottenuto un rendimento del 4,45%. Niente male, soprattutto se si pensa alla crescita dei tassi di interesse accumulata nell’ultimo anno e mezzo con la restrizione monetaria applicata dalla BCE. Lo stesso discorso vale per i Treasury a 10 anni e la Fed e per altre obbligazioni che nel 2023 sono diventate le protagoniste in molti portafogli di investimento.
Tuttavia, se aveste comprato i vostri Btp 10 anni lo scorso 15 settembre, li avreste pagati a 99,515 euro. Oggi quegli stessi titoli valgono a mercato 95,922 euro (le quotazioni sono state rilevate alle ore 11:45 del 5 ottobre sulla piattaforma Bloomberg). Ciò significa che, a fronte di un rendimento che oggi sul mercato è arrivato al 4,93% sul Btp decennale, stareste incassando una perdita figurativa del 3,61%. Figurativa se la vostra intenzione è di tenerli fino a scadenza. Reale se doveste, per qualsiasi motivo, venderli al prezzo di mercato.
La corsa dei rendimenti delle obbligazioni ha giocato un brutto scherzo a molti investitori che hanno ritenuto che i tassi di interesse fossero già arrivati sui livelli massimi. Così non è stato. Al contrario c’è il rischio che i rendimenti salgano ancora, come hanno sottolineato gli analisti di Barclays (vedi altro articolo di Borsa&Finanza), secondo i quali l’unico modo per fermali è un crollo del mercato azionario che spinga gli investitori a coprirsi acquistando titoli a reddito fisso.
Strategie per evitare la volatilità delle obbligazioni
Gli investitori italiani sono tra i più grandi estimatori delle obbligazioni. Il 2023 le ha riportate al centro della scena dopo i lunghi anni della repressione finanziaria con i tassi di interesse a 0. Tuttavia muoversi troppo presto può essere dannoso, come abbiamo visto. Anche se l’intenzione è di tenere i titoli in portafoglio fino alla scadenza, non fa sicuramente piacere vedere comparire un -3,6% davanti al proprio investimento nel giro di tre settimane.
La volatilità esiste anche sulle obbligazioni e per evitarla la strategia gli investitori la conoscono benissimo. Peccato che spesso se la dimentichino. Si tratta di diversificare e guardare al lungo periodo. Diversificare sui titoli obbligazionari non è tuttavia così semplice a meno che non si utilizzi la possibilità di investire in modo frazionato che oggi viene offerta da piattaforme di investimento come Trade Republic.
Bisogna tenere presente, infatti, che il taglio minimo di un’obbligazione è di 1.000 euro. Per diversificare un portafoglio obbligazionario bisognerebbe avere un capitale molto elevato da impiegare. Le obbligazioni frazionate permettono di investire su obbligazioni governative e corporate a partire da solo 1 euro.
La strategia del pac
La diversificazione sul mercato obbligazionario può essere fatta acquistando titoli di diverse regioni geografiche, rivolgendosi al mercato corporate o a quello governativo, scegliendo titoli investment grade o high yield, guardando a diverse scadenze temporali lungo la curva degli investimenti. Potendo suddividere l’ingresso sul mercato in quote inferiori ai 1.000 euro minimi richiesti per una obbligazione, si avrà più potenza di scelta.
Non solo, si potrà sfruttare la possibilità di entrare sul mercato in diversi momenti temporali e non concentrando in un’unica soluzione l’investimento. La logica del pac, ossia di scaglionare gli acquisti nel tempo, permette di evitare quando è accaduto a molti che sono entrati su
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