Dal 26 gennaio sono pronti a partire i primi assegni di inclusione, la misura a sostegno delle famiglie in difficoltà economica voluta dal Governo Meloni per sostituire il Reddito di cittadinanza. Si tratta di 635 euro in media destinati al momento a circa 500mila nuclei familiari. Una platea quasi pari alle richieste ricevute al suo debutto nel 2019 per il sussidio bandiera del Movimento Cinque.
L’Assegno di Inclusione (ADI) è una misura nazionale di contrasto alla povertà che prevede un aiuto economico mensile erogato alle famiglie con un reddito familiare basso o in presenza di specifiche situazioni di vulnerabilità.
L’importo dell’assegno è calcolato in base al numero dei componenti del nucleo familiare e al reddito familiare complessivo. Secondo le informazioni fornite dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il valore massimo del reddito familiare non deve superare i 6.000 euro annui moltiplicati per il corrispondente parametro della scala di equivalenza.
Per poter accedere all’assegno di inclusione, è necessario soddisfare alcuni requisiti, tra cui non essere sottoposti a misura cautelare personale o a misura di prevenzione, e non avere sentenze definitive di condanna per determinati reati.
Per fare richiesta dell’Assegno di Inclusione, è possibile rivolgersi all’INPS, l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale. Sul sito dell’INPS è disponibile una sezione dedicata all’ADI, nella quale è possibile trovare ulteriori informazioni sulle modalità di richiesta e i documenti necessari.
In conclusione, l’Assegno di Inclusione rappresenta un sostegno economico importante per le famiglie in difficoltà economica e ha l’obiettivo di contrastare la povertà e favorire l’inclusione sociale.