Il nuovo fondo sarà retroattivo e coprirà i settori con maggiore difficoltà: il turismo e la ristorazione
Ufficialmente legge a seguito della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, è una delle misure più importanti per prevenire un’emergenza economica causata dall’emergenza sanitaria.
La proroga della cassa integrazione è stata studiata per quei settori che sono maggiormente penalizzati dalla situazione economica dovuta al Covid e che non potendo mantenere lo stesso regime di lavoro precedente, saranno costretti a licenziare i loro dipendenti.
Il governo intende prorogare la cassa integrazione fino al 2021 e retroattivamente fino all’ultima parte del 2020. La proroga prevista per altre 18 settimane, è ormai scontata.
Saranno disponibili fino a 5 miliardi di euro per coprire il periodo di cassa integrazione prima della fine di quest’anno. In definizione, le aziende che avranno completato le 18 settimane a novembre di proroga di Cig potranno iniziare i licenziamenti poiché il divieto ai sensi della legge sul coronavirus colpisce solo coloro che beneficiano del trattamento.
Saranno presto confermati i contributi richiesti dalle aziende che hanno avuto una sostanziale perdita di fatturato: la cassa integrazione è completamente coperta dallo Stato per coloro che hanno perso più del 20% del fatturato, mentre contribuisce con il 9 o 18% per chi è al di sotto della soglia del 20%.
Via al blocco dei licenziamenti da inizio anno
Il blocco dei licenziamenti dei lavoratori a tempo indeterminato non si estenderà oltre la fine dell’anno.
Lo ha affermato il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli: “Un maggiore blocco dei licenziamenti è impensabile”.
I sindacati sono preoccupati, temendo una fase di licenziamenti di massa che graveranno sulla percentuale di disoccupazione già in rialzo.
Il congelamento dei licenziamenti era entrato in vigore il 17 marzo. Con l’inizio del Decreto di agosto, era diventato obbligatorio per le aziende che hanno utilizzato la cassa integrazione di 18 settimane o l’esonero contributivo previsto come alternativa.
A sostegno dell’occupazione c’è un’ulteriore esenzione dal contributo del 100% per l’assunzione dei giovani a tempo indeterminato. Un’attenzione particolare verrà riservata alle donne, soprattutto a quelle che devono tornare al lavoro dopo la maternità e a quelle che ora hanno un contratto a tempo determinato, indipendentemente dall’età.