Numerosissimi gli assenti a scuola del Lazio

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura
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Alla voce di De Luca se ne aggiungono molte altre che si soffermano sulla ripresa delle scuole lunedì. Si unisce a queste anche quella di Cristina Costarelli Presidente dell’Associazione nazionale presidi per il Lazio

Cristina Costarelli fa una proiezione sul ritorno a scuola del prossimo lunedì, 10 gennaio 2022: una fotografia non facile e non idilliaca: “Su gestione positivi in classe metteremo in atto la norma ma a malincuore. E’ un onere in più che crea disparità. Siamo preoccupati dai dati. Lunedì prossimo nel Lazio avremo circa 17.500 studenti assenti perché positivi al Covid. Il trend di contagi che abbiamo riscontrato è tale che entro pochi giorni dal rientro metà delle classi saranno in quarantena. E’ un quadro aggravato dall’assenza di almeno 10mila docenti. Tra chi non ha adempiuto agli obblighi vaccinali, chi è stato sospeso, chi è in quarantena e le assenze consuete prevediamo almeno 15 insegnanti assenti per scuola, su un totale di circa 700 istituti scolastici nella Regione”. 

La Presidente dell’Associazione nazionale presidi per il Lazio si esprime anche sulla nuova circolare del Ministero dell’Istruzione per la gestione dei positivi/ “Faremo ciò che ci viene detto di fare. Ma sia chiaro: per la scuola è un onere aggiuntivo dovere trattare questa tipologia di dati, finora gestiti dalle Asl. Inoltre il trattamento crea disparità, introdurre una differenziazione fra alunni comunque non ci vede d’accordo. La richiesta di autodichiarazione ai ragazzi di scelte che volevano restare personali è pesante e sul fronte scuole sono grandi le ricadute amministrative e le altre incombenze che dovranno essere attivate. Metteremo in atto la norma, ma a malincuore”.

Intanto dice la sua anche Virginia Kaladich, presidente della Federazione che raggruppa gli istituti cattolici del Paese: “Nessuno mette in discussione la bontà del fare scuola in presenza ma con questa situazione possiamo garantirla veramente? Siamo in emergenza e la situazione, inutile negarlo, ci sta scoppiando tra le mani. Occorre non demonizzare la didattica a distanza”.

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