No del Governo al taglio delle accise: quanto costerebbe

Di Redazione FinanzaNews24 4 minuti di lettura
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(QuiFinanza.it) Ancora rialzi di benzina e diesel. Il caro carburanti è tornato a essere l’argomento del giorno, con gli automobilisti e le associazioni di consumatori sul piede di guerra contro il Governo. I cittadini non dimenticano le promesse fatte durante la campagna elettorale dalle varie forze politiche che, a più riprese, si sono scagliate contro le accise.

Come confermato anche dal ministro Adolfo Urso, titolare delle Imprese e del Made in Italy, sono queste a pesare maggiormente sul prezzo al consumo dei prodotti petroliferi, ma Palazzo Chigi sembra intenzionato a non agire per abbassarle. Ma quanto influiscono effettivamente sulle spese di pendolari e viaggiatori? E quali sono le differenze con gli altri Paesi europei?

Adolfo Urso conferma: niente taglio delle accise

Per tagliare le accise, secondo Adolfo Urso, sarebbero necessari 12 miliardi di euro all’anno. Cifra che potrebbe invece essere utilizzata per tagliare il cuneo fiscale, in particolare per i lavoratori con i salari più bassi e quelli con più figli. La misura potrebbe diventare strutturale, per fare fronte all’inflazione e alle difficoltà economiche delle famiglie italiane e rilanciare il sistema economico del Paese.

Non si sono sprecate le critiche nei confronti del ministro per le dichiarazioni sui prezzi dei carburanti che sono apparse come un clamoroso autogol, ma che in realtà appartenevano a un discorso di più ampio respiro. Urso ha infatti spiegato, in un’intervista a Repubblica, che “in Italia abbiamo il costo industriale di benzina e diesel più basso d’Europa, molto più di Germania, Francia e Spagna”.

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L’esponente del Governo ha così confermato che sono le accise a pesare maggiormente sui listini, sottolineando però che gli evidenti rialzi sarebbero dovuti alle strategie messe in atto dall’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio, il cartello economico composto dai Paesi arabi e della Russia, con la riduzione della produzione e il conseguente aumento dei prezzi.

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy ha suggerito una presa di posizione da parte dell’Unione Europea, come già avvenuto per il prezzo del gas, con il price cap oltre il quale i Paesi comunitari rinunciano all’acquisto della materia prima. Una misura simile, al contrario del taglio delle accise, otterrebbe il via libera di Palazzo Chigi.

Prezzo della benzina e del diesel: come è calcolato

Sono tre i fattori che determinano il prezzo dei carburanti.

  • Il costo industriale, che racchiude i costi di produzione e di distribuzione e i margini aziendali.
  • Le accise, un insieme di imposte introdotte per obiettivi specifici e diventate strutturali nel tempo.
  • La componente IVA, calcolata in percentuale sul prezzo di vendita e applicata sugli altri due elementi.

La componente fiscale di accise e IVA rappresenta oltre la metà dei prezzi della benzina e del diesel. L’Italia è tra i Paesi europei in cui la tassazione influisce maggiormente sui listini.

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