A partire da giugno, la zona bianca ritorna per alcune regioni.
I primi a vedere cambiamenti nelle misure contro il coronavirus, come stabilito dall’ultimo decreto saranno Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Molise, Sardegna e Veneto. Nello specifico martedì 1 giugno sarà la volta di Friuli Venezia Giulia, Molise e Sardegna, mentre Abruzzo, Veneto e Liguria transiteranno nella zona bianca a partire da lunedì 7 giugno.
Nella futura zona bianca quindi nessun coprifuoco ma restano l’obbligo di mascherina e distanziamento.
E’ quanto previsto nell’accordo tra Ministero della Salute e le Regioni sulle regole da applicare. Le misure emergono dall’incontro di ieri tra il ministro della Salute Roberto Speranza che si è detto “soddisfatto” dell’intesa e il Presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga. Abolito quindi il coprifuoco per le regioni che diventeranno bianche ma resteranno sempre in auge i criteri base della prevenzione, ovvero l’utilizzo delle mascherine, l’obbligo del distanziamento, dell’areazione e sanificazione dei luoghi chiusi. Saranno anticipati al momento del passaggio le riaperture delle attività economiche e sociali nel rispetto delle “Linee guida per la riapertura delle attività economiche e sociali”, adottate dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e degli altri protocolli.
Sulla possibilità che tutta l’Italia diventi bianca a fine giugno, il virologo dell’Università Statale di Milano, Fabrizio Pregliasco, ha affermato nella nota trasmissione televisiva Agorà di Rai3, ribadendo la necessità di attenzione e gradualità nelle riaperture. L’idea di un “bianco rafforzato” incontra il parere positivo dell’esperto rassicurato dall’aumento esponenziale delle vaccinazioni e dall’alleggerimento del carico di lavoro del Sistema Sanitario Nazionale che vede il diminuire di ricoveri nelle terapie intensive. l’esperto invita comunque ad utilizzare al massimo “il buon senso e la massima progressione possibile”.
Secondo Pregliasco occorre aspettarsi sicuramente un rialzo nel numero dei casi positivi che riguarderà quasi sicuramente i giovani in movimento, ma si auspica ad un aumento banale non capace di ledere sull’organizzazione in essere del SSN e senza difficoltà oggettive.