Si fa presto a dire “green” ma per brand grandi come Nike non è semplice: richiede investimenti e fatica. A farcelo notare Noel Kinder, Chief Sustainability Officer del brand che ci ha introdotto in “move to zero”
Il cambiamento climatico sta avvenendo rapidamente e fermarlo richiede un’azione altrettanto rapida ed efficace. Questa è la filosofia che ha guidato Nike nel suo ambizioso percorso verso la sostenibilità.
In qualità di più grande produttore di scarpe da ginnastica al mondo, Nike si impegna a ridurre il proprio impatto sul pianeta: da decenni questi brand ha sviluppato una serie di innovazioni e rivoluzioni tangibili non solo per ridurre al minimo il proprio impatto ambientale, ma anche per gettare le basi per un futuro migliore.
La formidabile sfida che l’azienda deve affrontare è quella di porsi obiettivi sempre più alti e ambiziosi, predisponendo un Impact Report annuale che sintetizza gli obiettivi raggiunti in ambito di sostenibilità, ma non solo, e gli obiettivi per il prossimo futuro. Tra gli obiettivi fissati per il 2025 nell’ultimo rapporto di impatto pubblicato lo scorso marzo c’è una riduzione del 70% delle emissioni totali di gas serra – o gas serra – da strutture di proprietà e gestite che utilizzano fonti di energia rinnovabile al 100%. Tra gli obiettivi raggiunti c’è la rimozione del 100% degli scarti di produzione Nike dai fornitori di calzature finite dalle discariche a favore di un maggiore riciclaggio. Ma ce ne sono anche molti altri. Tra questi ci sono il progetto Refusbished, che permette di acquistare scarpe da ginnastica usate perfettamente restaurate, e l’iniziativa Recycle + Donate, che raccoglie oggetti usati da donare o riciclare.
Da scarpe riciclate e materiali di produzione avanzati, nasce Nike Grind, un materiale innovativo utilizzato per alcuni modelli Nike e utilizzato su campi da tennis e basket, su piste da corsa e atletica. La sostenibilità è una priorità chiave per Nike e da decenni intraprendiamo azioni concrete per combattere il cambiamento climatico. Nel 2019 abbiamo lanciato la campagna “Move To Zero” come passaggio fondamentale per chiarire il nostro percorso verso la sostenibilità e zero sprechi.
Move To Zero è un’espressione del profondo impegno di Nike per la sostenibilità. Un impegno basato sulla nostra responsabilità verso il pianeta e il futuro dello sport.
Ma il nostro impegno per la sostenibilità precede Move To Zero. Un esempio è lo sviluppo del materiale Nike Grind oltre tre decenni fa, un altro è il fatto che i nostri uffici EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa) e l’European Logistics Campus utilizzano energia rinnovabile da molti anni. Nike pubblica un rapporto sull’impatto ogni anno per 20 anni. Il rapporto di quest’anno mette in evidenza i progressi compiuti fino ad oggi, ma soprattutto fa comprendere quanto il brand si senta responsabile del raggiungimento dei obiettivi in materia di emissioni di carbonio e rifiuti industriali per un pianeta più sano e un futuro più sano per tutti.
Gli atleti ci raccontano costantemente come il cambiamento climatico ha cambiato le loro vite, come influisce sul modo in cui si allenano, gareggiano e giocano.
Senza aria pulita, acqua dolce e altre risorse vitali, gli atleti non saranno in grado di allenarsi e competere per gli anni a venire. Per loro, sappiamo che è una prospettiva preoccupante anche per i giovani attenti al clima in tutto il mondo.
La situazione è urgente e, come Nike, anche i consumatori cercano soluzioni per ridurre il proprio impatto ambientale. L’acquisto responsabile è un modo per farlo.