(BorsaeFinanza.it) Il 6 luglio del 2022 è stata una data importante che può segnare il corso della storia delle rete di TIM. Il Consiglio di Amministrazione della compagnia di telecomunicazioni italiana ha dato all’amministratore delegato Pietro Labriola il mandato per il superamento dell’integrazione verticale della rete e la riduzione del livello di indebitamento della società. Ne è nato un piano in cui si è dato atto a una separazione tra gli asset infrastrutturali di rete fissa dell’azienda e i servizi. Quindi da un lato troviamo NetCo, che comprende i cavi sottomarini gestiti da Sparkle, la rete primaria in mano interamente a TIM e quella secondaria fornita da FiberCop; dall’altro vi è ServiceCo, che include TIM Consumer, TIM Entrerprise e TIM Brasile. In questo articolo ci occupiamo di NetCo, da diverso tempo nelle cronache della carta stampata in merito a una possibile acquisizione da parte del fondo americano KKR e della società italiana di infrastrutture di rete all’ingrosso Open Fiber.
NetCo: cos’è e come funziona
Netco è un’unità che comprende la rete primaria, la rete secondaria e le attività wholesale domestiche e internazionali. La rete primaria è quella in rame e in fibra ottica che serve i cabinet, ovvero gli armadietti ai bordi delle strade nelle città, nonché i collegamenti ultra-broadband, cioè di accesso a internet con velocità superiori a 30 Mbps dei clienti finali. Essa viene gestita interamente da TIM. La rete secondaria è quella in rame che collega l’armadietto di strada alla casa del cliente ed è fornita da FiberCop consentendo l’accesso ai vari operatori. FiberCop è una società controllata da TIM per il 58%, con KKR
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