Nel terzo trimestre del 2021 il PIL è aumentato del 2,6%

Di Gianluca Perrotti 3 minuti di lettura
Wall Street

Il Prodotto Interno Lordo del nostro Paese cresce di più di due punti percentuali anche nell’anno della pandemia e del 3,9% rispetto al terzo trimestre del 2020. Ottimo il risultato dell’Export e crescono anche i consumi delle famiglie italiane. La fotografia dell’economia del Belpaese scattata dall’ISTAT ci mostra che crescono il settore industriale  e servizi ma calano i settori dell’agricoltura e della pesca. L’Italia prova a riprendersi e impattante sarà nel breve futuro il PNRR che dovrebbe spingere il Paese verso nuovi sviluppi e essere “il punto di svolta” per la nostra economia

Nel terzo trimestre del 2021 il prodotto interno lordo (PIL), espresso in valori concatenati dell’anno base 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato del 2,6% rispetto al trimestre precedente e del 3,9% rispetto al terzo trimestre del 2020. Anche la crescita ciclica differenziale del PIL al 29 ottobre 2021 è stata pari al 2,6% con un trend di crescita del 3,8%.

Il terzo trimestre del 2021 ha avuto tre giorni lavorativi in ​​più rispetto al trimestre precedente e lo stesso numero di giorni lavorativi del terzo trimestre del 2020. La variazione acquisita per il 2021 è +6,2%. Rispetto al trimestre precedente risultano in crescita tutti i principali aggregati della domanda interna, con un aumento dei consumi finali interni del 2,2% e degli investimenti lordi in immobilizzazioni dell’1,6%. Le importazioni e le esportazioni sono cresciute rispettivamente del 2,1% e del 3,4%.

La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito con +2 punti percentuali alla crescita del PIL: +1,7 punti per i consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private ISP, +0,3 gli investimenti fissi lordi e un contributo nullo della spesa delle Amministrazioni Pubbliche (AP).  Anche la variazione delle scorte ha influito positivamente sulla variazione del PIL di +0,1 punti percentuali, mentre la domanda estera netta ha contribuito con +0,5 punti percentuali.

Andamenti economici positivi si osservano in relazione al valore aggiunto nell’industria e nei servizi, aumentati rispettivamente dello 0,7% e del 3,4%, mentre nell’agricoltura e nella pesca si registra un calo del 2,1%.

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