I dati arrivano da un’indagine effettuata dall’Istat, dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, dalle Regioni e dalle Provincie Autonome. Nel Belpaese ben 4.500 tra musei, gallerie, collezioni, aree e parchi archeologici, monumenti e complessi monumentali
Si legge sul sito dell‘ISTAT: “Le informazioni raccolte descrivono una galassia di oltre 4.500 istituti, nati per lo più in tempi relativamente recenti, diffusi in modo capillare su tutto il territorio nazionale e caratterizzati da grande diversità nella tipologia delle strutture ( come musei, gallerie, collezioni, aree e parchi archeologici, monumenti e complessi monumentali) e degli oggetti collezionati, nelle dimensioni, nelle forme gestionali e organizzative e nel rapporto con il pubblico”.
Un patrimonio storico e artistico quello del Belpaese che è un insieme di beni che politica, istituzioni e privati dovranno continuare a valorizzare. L’Italia è il paese di 4500 musei, che però in questo ultimo biennio sono stati penalizzati dalla pandemia che ha inficiato il ruolo del museo nella società. Le istituzioni pur continuando a prendersi cura delle collezioni e degli oggetti, non hanno avuto il pubblico. Hanno aiutato la tecnologia e le innovazioni con visite virtuali che però hanno anche allontanato le persone dal fascino della visita in presenza. Le nuove tecnologie e i tour virtuali non devono diventare il fine, ma lo strumento per ampliare conoscenze e possibilità.
Molte le iniziative per incentivare il futuro dei siti museali italiano e in questo futuro non potrà mai mancare la ricerca: Molto spesso si è sottovalutato questo aspetto. I musei italiani non devono essere ridotti ad una sommatoria degli oggetti che contengono ma occorre farli ri-vivere, occorre avvicinare i giovani alla cultura e soprattutto incentivare l’attività di ricerca. Questi luoghi devono diventare un tutt’uno con le università, essere aperti a progetti e all’innovazione e soprattutto non avere frontiere ed essere anche luoghi di opportunità.