Nei primi 6 mesi del 2021, l’Inps ha effettuato 459.490 visite di controllo domiciliari per i lavoratori assenti sul lavoro. Ben 46.824 casi, circa uno su 10 è risultato “assente non giustificato/sconosciuto”.
Dalla analisi del dossier Csel, Centro Studi Enti Locali, sulla base dei dati Inps e del Ministero dell’Economia delle Finanze risulta che assenti ingiustificati sono stati oltre 21mila dipendenti del settore privato e più di 25mila del settore pubblico.
L’attività ispettiva Inps è volta a verificare l’effettivo stato di malattia del lavoratore dipendente e la visita, ricorda il centro studi, può essere richiesta dal datore di lavoro o disposta d’ufficio dall’Istituto di previdenza stesso.
Dai dati riportati da Csel risulta che la percentuale di lavoratori che hanno avuto almeno un giorno di malattia nel secondo trimestre 2021 è stata del 22% nel settore pubblico, contro il 16% nel settore privato. Nello stesso periodo dell’anno, il numero complessivo di certificati di malattia presentati è stato di 5.604.253 per un totale di 33.620.452 giornate e oltre 3 milioni di lavoratori coinvolti.
Per i lavoratori pubblici i controlli dell’Inps sono stati molto più attenti rispetto al settore privato: il numero medio delle visite fiscali ogni 1.000 certificati è di 103,8 (1 su 10 circa), un tasso di verifiche più che quadruplo rispetto all’ambito privato in cui si è fermato a quota 23,2 su mille.
Controlli maggiori al Sud (43% del totale, contro il 37% del Nord e il 20% del Centro) e le donne, che hanno rappresentato il 59% del totale dei lavori soggetti a visite fiscali.2021 è che si è assistito a un crollo delle richieste disposte su richiesta dei datori di lavoro (-74% nel pubblico e -86% nel pubblico). Viceversa, le verifiche disposte d’ufficio dall’Inps hanno avuto un incremento, marcato nel caso del pubblico (+49%, da 68.754 a 10.484) e vertiginoso nel caso del settore pubblico, dove i controlli sono passati da 19.947 a 91.641, segnando una variazione percentuale pari al 359%. Il tasso di idoneità nel privato è stato del 10,3% per le richieste d’ufficio e del 17,4% per le richieste datoriali. Nel pubblico, le percentuali sono rispettivamente del 16% e del 27,5%. Il tasso di riduzione della prognosi è invece stato del 3,2% per le richieste d’ufficio e dell’1,4% per le richieste datoriali nel privato e rispettivamente dell’1,7% e 1,6% nel pubblico. Infine, il numero medio di giorni di riduzione della prognosi per il settore privato e pubblico relativamente alle richieste datoriali è di 4,4. Per le richieste d’ufficio nel settore privato il dato è 5,4 e per quello pubblico 5,9.