Musica e wine: binomio non facile, alcune note possono alterare la percezione del sapore del vino

Di Barbara Molisano 3 minuti di lettura
vino italiano

A dirlo le ricerche e i pareri degli studiosi riportati dal motore di ricerca Wine Searcher. La musica che si ascolta durante una degustazione di vino  modifica le sensazioni gusto-olfattive

Non è una novità che negli ultimi anni siano stati condotti studi e ricerche sul metodo della fonobiologia o su come la musica possa giovare alla coltivazione della vigna. In questo senso è stato scritto un libro, “L’uomo che sussurra nelle vigne”, il cui autore, Carlo Chignozzi, coltiva il Brunello negli appunti di Mozart. In questo caso, però, la ricerca recensita da Wine Searcher sposta l’attenzione su un’altra domanda: la musica può, e in che misura, cambiare la nostra percezione del vino durante la degustazione? Si scopre che ci sono stati molti esperimenti in quest’area negli ultimi dieci anni.

Uno degli ultimi, condotto dalla Heriot-Watt University di Edimburgo, ha coinvolto 250 partecipanti che hanno bevuto vini rossi e bianchi, sia con la musica che in silenzio, e hanno scoperto che ciò che avevano assaggiato cambiava del 60 percento a seconda della melodia.

Uno studio del 2017 di Charles Spencer, professore al Laboratory for Crossmodal Studies dell’Università di Oxford, rileva che “una rigorosa ricerca empirica è stata in grado di dimostrare in modo convincente la relazione tra udito e gusto nel mondo del vino”, tanto che Mark Shield, un Il critico australiano è arrivato addirittura a suggerire che “smettiamo di fornire valori numerici per valutare i vini, e invece li valutiamo abbinandoli a un particolare brano musicale”. Nel suo studio del 2013, Spencer aveva già condotto due diversi esperimenti con piccoli gruppi di prova di circa 25 persone. Le loro scoperte includevano una significativa approvazione da parte dei membri dell’abbinamento di musica classica e vini pregiati che suonavano particolarmente bene (o male) insieme. Ad esempio, il Quartetto per archi n. 1 in re maggiore di Tchaikovsky si abbinava bene allo Château Margaux del 2004.

Un’altra delle sue scoperte è stata che “i partecipanti percepivano il vino come più dolce e si divertivano ad ascoltare la musica del partner più che assaggiare il vino in silenzio”.

Spencer ha detto a Wine Searcher che non esiste una formula assoluta per migliorare la nostra esperienza di degustazione: “Il modo più semplice per migliorare il gusto di ciò che beviamo è ascoltare la musica che ci piace”.

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