MPS tra crolli a Piazza Affari e inchieste giudiziarie: cosa succede alla Banca senese?

Di Gianluca Perrotti 2 minuti di lettura
Monte dei Paschi di Siena
Monte dei Paschi di Siena - G.steph.rocket, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Monte dei Paschi di Siena (MPS) torna al centro dell’attenzione a Piazza Affari, non per i suoi tentativi di risanamento o di privatizzazione, ma per una nuova e complessa vicenda giudiziaria. Le azioni della storica banca, quotata sul FTSE MIB, hanno subito un drastico calo, scendendo fino al 10% intraday. Tuttavia, all’inizio della giornata di contrattazioni del 30 maggio, le azioni hanno mostrato un parziale recupero, con un incremento dell’1%, stabilizzandosi attorno a 4,88 euro.

La decisione del gip di Milano

Il crollo del titolo MPS è stato innescato dalla decisione della giudice per le indagini preliminari di Milano, Teresa De Pascale, che ha disposto l’imputazione coatta per l’ex amministratore delegato Marco Morelli e gli ex presidenti Alessandro Falciai e Stefania Bariatti. Le accuse riguardano false comunicazioni sociali e manipolazione del mercato relative ai bilanci del 2016-2017.

La giudice ha respinto la richiesta di archiviazione presentata dai pm, mettendo sotto accusa la gestione dei crediti deteriorati (NPL – Non Performing Loans) degli esercizi 2016-2017. Secondo la gip, le comunicazioni fornite dai vertici dell’istituto senese non avrebbero rappresentato correttamente la situazione patrimoniale della banca, influenzando negativamente il mercato.

Ipotesi di truffa aggravata e il no di Banco BPM

Un ulteriore colpo per MPS è arrivato dalla notizia della giudice che ha ordinato nuove indagini per un’ipotetica “truffa aggravata ai danni dello Stato”. Questa accusa riguarda la ricapitalizzazione di 5,4 miliardi di euro del 2017, con cui lo Stato italiano ha salvato la banca. Se MPS fosse stata considerata insolvente, questa operazione non sarebbe stata possibile.

Oggi, un’altra notizia negativa per MPS è stata il rifiuto ufficiale di Banco BPM di considerare una fusione. Giuseppe Castagna, CEO di Banco BPM, ha dichiarato in un’intervista a Il Sole 24 Ore che non ci sono le condizioni per un’operazione straordinaria con MPS. Castagna ha sottolineato che Banco BPM intende proseguire autonomamente, giudicando rischioso un cambiamento di rotta in questo momento.

Condividi questo articolo
Exit mobile version