Aveva vinto il premio Nobel e negli ultimi mesi era un accanito sostenitore dei No Vax. Si spegne lo scienziato Luc Montagnier
Luc Montagnier, morto all’età di 89 anni ed è direttore onorario del Centro nazionale di oncologia e ricerca virale presso l’Institut Pasteur di Parigi, ha aperto la strada allo studio del virus che causa l’AIDS con Françoise. Barre-Sinoussi e Jean-Claude Sherman, ricerca che gli è valsa il Premio Nobel per la Medicina. La scoperta, però, fu accompagnata da una forte controversia con lo scienziato americano Robert Gallo, che provocò un’accesa disputa internazionale su quale dei due potesse rivendicare la paternità dello studio. Poi, durante l’assegnazione del Premio Nobel nel 2008, c’è stata anche una rivalità “interna” con i colleghi del suo stesso istituto coinvolti nella scoperta del Premio Nobel.
Tuttavia, nel corso degli anni, le posizioni di Montagnier sono diventate sempre più controverse in relazione alla scienza e alla medicina ufficiale: dalle posizioni sul legame tra vaccini e autismo, alle posizioni sull’AIDS stesso, passando per le posizioni sul principio della cosiddetta “memoria dell’acqua”, omeopatia, fino al recente passato sul Covid-19, infezione contro la quale ha sempre difeso, per quanto riguarda l’origine e la diffusione del virus Sars-CoV-2, l’ipotesi del complotto speciale. Infatti, nel 2009, Montagnier non ha esitato a confermare in un documentario americano che negava l’origine virale dell’AIDS che un “buon sistema immunitario” potrebbe combattere l’HIV. Tuttavia, il suo nome è stato il primo articolo pubblicato sulla rivista Science nel maggio 1983, che per primo descriveva il retrovirus umano trovato in tutti i malati di AIDS. Nel 2010, all’età di circa 80 anni, Montagnier, trasferitosi a Shanghai, ha dichiarato in un’intervista alla stessa rivista che stava ricercando “onde elettromagnetiche create dal DNA a contatto con l’acqua”. Il lavoro è stato considerato da molti “pazzo”, screditando infine il virologo agli occhi della comunità scientifica.