Pubblicata sul Tempo è una storia che coinvolge perché il protagonista è Franco deceduto e comunque invitato dall’INPS a recarsi nei loro uffici
L’Inps scrive a Franco una missiva per chiedergli di “recarsi nei loro uffici”, richiesta semplice se non per il semplice fatto che il destinatario della missiva è deceduto qualche giorno fa. Nella lettera: “Gentile signore, la informiamo che ha perso il diritto alla pensione di cittadinanza per i seguenti motivi: è deceduto”. Tuttavia, “può contattare i nostri uffici per ulteriori chiarimenti e, inoltre, entro 30 giorni dal ricevimento della presente lettera, può richiedere una richiesta motivata di riesame”.
Sembra uno scherzo, ma non lo è. La lettera è stata scritta pochi giorni fa dall’INPS e inviata al sig. Franco O., deceduto a Roma. A raccontarlo Alberto Di Majo che ne ricostruisce la storia. Il signor Franco, ingegnere che ha lavorato per molti anni all’estero aveva purtroppo messo da parte pochi contributi e quindi era ricorso alla pensione di cittadinanza. Per riceverla di anno in anno doveva rinviare la documentazione. Tutto perfetto da aprile 2019. Ma per l’anno 2021 qualcosa è cambiato.
INPS non ricevendo alcuna comunicazione e nonostante avesse preso atto della morte di Franco, scrive comunque al detentore dell’assegno di pensione di cittadinanza per avvertirlo che non ne avrebbe più avuto diritto.
La lettera giunge ai parenti di Franco come una sorta di ultimo saluto, gli stessi parenti che, nonostante avessero subito la perdita di Franco il 17 marzo più di due mesi, sono ancora in attesa di ricevere le ceneri per fare il funerale (come è successo con tanti altri cittadini). L’INPS sul finale della lettera consiglia al Sig. Franco di tenere a portata di mano il codice fiscale e il numero di registrazione della domanda “per risparmiare tempo e informarsi velocemente” e per chiedere maggiori info sulle somme non corrisposte dal fine aprile. Forse avranno un contatto diretto con l’aldilà o fanno ancora omaggio ad un buon lavoratore.