Mieloma Multiplo: aspettativa di vita aumentata

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura
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In occasione dell’evento ‘L’arcipelago del Mieloma’, promosso da Sanofi, Paolo Corradini parla delle nuove attese di vita per chi é affetto da Mieloma Multiplo

Paolo Corradini, direttore della Divisione di Ematologia, Fondazione Irccs Istituto nazionale tumori di Milano, in occasione dell’evento ‘L’arcipelago del Mieloma’, promosso da Sanofi, afferma: “Guarire il mieloma multiplo resistente sta diventando una realtà. Non siamo molto lontani dall’eradicazione di una malattia curabile per molti anni, ma non ancora guaribile. Poter avere un nuovo trattamento che include isatixumab, un farmaco da poco disponibile in Italia, che ha dimostrato di ridurre significativamente il rischio di progressione o morte rispetto allo standard di cura nei pazienti fragili che hanno già avuto due recidive e sono resistenti e refrattari alle cure. Il mieloma multiplo è la seconda patologia onco-ematologica per diffusione. Negli ultimi 10 anni, però, la ricerca ha introdotto importanti cambiamenti: è infatti il tumore del sangue per cui ci sono stati i maggiori progressi in termini di trattamento e di aumento della sopravvivenza”.

Il mieloma multiplo è una malattia del sangue che colpisce per lo più gli anziani  e in 9 casi su 10 tende a ripresentarsi. In Europa sono circa 39mila le nuove diagnosi ogni anno. In Italia, dal 2014 al 2019 i casi sono aumentati del 9%, passando da 5.200 a 5.700.

Arrivano novità per la terapia del mielosa multiplo: si chiama isatuximab, un anticorpo monoclonale (mAb) diretto contro il recettore CD-38 delle cellule tumorali, che si somministra per via endovenosa in combinazione con pomalidomide e desametasone (pom-dex) a pazienti adulti che hanno ricevuto almeno due precedenti trattamenti e che hanno mostrato una progressione della malattia durante l’ultima terapia. Nello studio clinico Icaria-MM, l’associazione, ad oggi unica, dei tre farmaci ha dimostrato di ridurre significativamente il rischio di progressione di malattia o di morte rispetto al solo regime pom-dex anche in pazienti over75 con insufficienza renale.

 

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