Effetto Wall Street sull’azionario asiatico. Ieri la borsa Usa ha pagato la delusione per i numeri relativi all’inflazione, che si sono confermati di nuovo superiori alle attese. Il Dow Jones è capitolato nel finale di 431,20 punti (-1,26%), lo S&P 500 ha perso l’1,38%, mentre il Nasdaq Composite è scivolato dell’1,78%.
A peggiorare il sentiment sono state le dichiarazioni del presidente della Fed di St. Louis James Bullard, che ha reso noto che, nella riunione del 1° febbraio scorso, avrebbe preferito un rialzo dei tassi di 50 punti base (e non di 25 punti) e che non esclude che una stretta di tale entità venga varata dalla Fed, nella riunione di marzo.
Sul mercato del reddito fisso, i tassi dei Treasuries Usa a dieci anni si avvicinano sempre di più alla soglia del 3,9%, in rialzo al 3,894%, mentre i rendimenti dei Treasuries a due anni sono saliti al 4,638%. In Asia, l’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso in ribasso dello 0,66% a 27,513.13; la borsa di Hong Kong cede lo 0,89%, Shanghai -0,45%. Male anche Seoul -0,94% e Sidney -0,86%.
A Wall Street i futures sui principali indici Usa puntano con decisione verso il basso: i futures sul Dow Jones scendono dello 0,34%; i futures sullo S&P 500 cedono lo 0,54% e i futures sul Nasdaq segnano un calo dello 0,76%.
Tornando all’indice dei prezzi alla produzione PPI, altro parametro cruciale del trend dell’inflazione,
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