Martedì prossimo potrebbe esserci un nuovo passo in avanti per la legalizzazione per l’uso domestico della cannabis

Di Barbara Molisano 2 minuti di lettura
Wall Street

Un cammino lungo e tortuoso quello della cannabis in Italia ma sembra essere stato fatto un nuovo passo in avanti. per i lavori in commissione Giustizia della Camera sul testo che depenalizza la coltivazione domestica della cannabis.

Martedì prossimo potrebbe esserci la svolta e il via libera ma il provvedimento sarà all’esame dell’aula di Montecitorio a fine giugno. Nella giornata di ieri  sono stati votati quasi tutti gli emendamenti all’art. 3 (il ddl è composto di 5 articoli), ne restano all’incirca 40. E’ stato e approvato, dopo una riformulazione del relatore Mario Perantoni, un emendamento presentato da Riccardo Magi di Più Europa.

Magi afferma: “Oggi è stato approvato un mio emendamento che, pur riformulato dal relatore, segna un altro punto importante nella giusta direzione: la riduzione delle pene per i casi di lieve entità e la distinzione tra le diverse sostanze, con l’obiettivo di evitare il più possibile il carcere per le condotte legate alla cannabis. È importante sottolineare come queste modifiche del Testo Unico sugli stupefacenti fossero state suggerite al Parlamento anche dalla Conferenza Nazionale sulle Droghe che si è tenuta lo scorso ottobre a Genova. Ora avanti con il lavoro che il 24 giugno arriverà in aula”.

L’emendamento  differenzia le pene detentive per lo spaccio di lieve entità a seconda della tipologia delle sostanze, introducendo la pena da 2 mesi a 2 anni, quindi riducendola rispetto ai 4 anni attuali.

E mentre 5 Stelle e Più Europa di schierano a favore, sono di parere  diametralmente opposto  Matteo Salvinie e Giorgia Meloni che rappresentano sulla vicenda il fronte contrario al  provvedimento. Lega e Fdi sono infatti ben saldi e in prima linea per  respingere diversi emendamenti sulla legalizzazione della cannabis. Il Belpaese quindi in  attesa di due volte sul tema quella di martedì e quella in cui sarà esaminato il provvedimento nell’aula di Montecitorio a fine giugno.

 

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